Repubblica-Palermo-Duemila fiaccole contro la Moratti
Una manifestazione lungo le vie del centro chiude i tre giorni di contestazione delle riforme di scuola e università Duemila fiaccole contro la Moratti Professori con la kefiah ...
Una manifestazione lungo le vie del centro chiude i tre giorni di contestazione delle riforme di scuola e università
Duemila fiaccole contro la Moratti
Professori con la kefiah e ragazze col piercing insieme in corteo
La madre di due bambini sordi "Sono qui perché hanno tagliato il sostegno". Il movimentista Sunseri: "Torneremo in piazza"
ENRICO DEL MERCATO
FABIANA, piercing al naso e all'ombelico e minigonna a tono con i suoi vent'anni, ha in programma una serata intensa: "So di tre feste", dice allegra al telefonino. Il pomeriggio, però, lo passa a distribuire volantini facendo su e giù per il corteo nel quale sfilano anche i suoi professori dell'università, qualcuno di quelli che aveva al liceo e magari pure i suoi genitori. Sono circa in duemila che in questo sabato non qualunque portano la protesta contro la riforma scolastico-universitaria firmata Moratti-Berlusconi nel bel mezzo dello struscio. Sfilano, dietro le bandiere dei sindacati confederali e dei Cobas, al fianco degli striscioni dei Collettivi universitari e degli istituti superiori, padri e madri con bambini, ragazzi con gli occhiali spessi o con i capelli alla Beckham e l'orecchino, "prof" che tornano in piazza per l'ennesima volta, o che non c'erano mai stati, movimentisti del "ceto medio riflessivo" e madri coraggiose di figli handicappati rimasti senza insegnanti di sostegno.
È l'ultimo atto della tre giorni di protesta (l'assemblea alla facoltà di Lettere, l'occupazione simbolica del rettorato e, ieri, il sit-in e la fiaccolata per le vie del centro) organizzata da movimenti e sindacati per protestare contro le riforme della scuola e dell'università. Ma non è che un inizio. Indaffaratissimo nel distribuire volantini e lettere giganti per un cartello di protesta, Giuseppe Sunseri - che è uno dei leader dei movimentisti palermitani - spiega: "L'obiettivo di questo corteo è quello di portare la protesta nel cuore della gente. Distribuiamo volantini e rispondiamo alle domande delle persone che vogliono sapere di più. Ma la mobilitazione continua, nei prossimi giorni torneremo in piazza".
L'obiettivo raggiunto, per il momento, è quello della partecipazione. Duemila e passa persone messe insieme in un sabato pomeriggio non sono roba di poco conto. Santo Inguaggiato, sindacalista Cgil che di cortei ne ha visti parecchi, commenta: "Non ci sono solo le facce abituali che vedi ai cortei. È il segno che parecchia gente non ce la fa più a restare a casa e scende in piazza a protestare anche di sabato pomeriggio". Insiste sul tema il segretario della Camera del lavoro, Franco Cantafia: "Contro la Moratti c'è tutto il Paese". In piazza Politeama alle 17, in effetti, c'è parecchia gente. "E non sono soltanto skateboarder", chiosa soddisfatto Jesse Marsh, americano che in Italia partecipa attivamente al movimento dei girotondi. No, non sono solo skateboarder. A reggere lo striscione che strilla "i genitori della scuola Colonna contro la Moratti" ci sono due bambini, a sventolare un manifesto a lutto che annuncia il decesso della "cultura tecnologica" c'è un professore di mezza età. Dalle parti in cui sventolano le bandiere dei Cobas si muovono ragazzi coi capelli rasta e le bottiglie di birra che passano di mano in mano.
Nel bel mezzo della piazza, però, c'è con la sua rabbia coraggiosa Angela Barrale, presidente del Comitato genitori di figli audiolesi. Grida: "Io ho due figli sordi. E la Moratti, invece di aumentare le ore con l'insegnante di sostegno, le ha tagliate. Ecco, la Moratti e questo governo pensano solo ai figli dei ricchi, non a quelli dei poveri. Vorrei vedere loro a tirare avanti con il nostro stipendio e due ragazzi che a scuola non hanno più un sostegno".
Il corteo anti Moratti messo in piedi in questo sabato non qualunque parte portandosi appresso tutto ciò. E si infila nelle strade dello struscio da mezza festa. Così capita che sfili la "prof" con la kefiah e che dal marciapiede la osservi sbalordita la sua alunna coi tacchi alti del sabato sera. In testa al corteo qualcuno mette al collo di alcuni esponenti dei movimenti e del sindacato (ci sono anche Giovanni Fiandaca e Antonio Riolo) le lettere che formano la scritta-slogan della mobilitazione: "Fatti, non Moratti".