Repubblica-Palermo-Buono scuola alla stretta finale
Scontro nella maggioranza sull'emendamento di Alleanza nazionale per limitare i benefici agli istituti paritari Buono scuola alla stretta finale Orlando: "La legge è solo un regalo ai d...
Scontro nella maggioranza sull'emendamento di Alleanza nazionale per limitare i benefici agli istituti paritari
Buono scuola alla stretta finale
Orlando: "La legge è solo un regalo ai diplomifici"
Il governo Cuffaro torna alla carica sul buono scuola. Mentre all'Ars il dibattito si arena già alla discussione del primo articolo, l'assessore ai Beni culturali Fabio Granata presenta in serata un maxi emendamento che comprende il nuovo testo con le poche modifiche accolte dal governo. Nel nuovo disegno però non compare l'emendamento che è al centro del confronto nella stessa maggioranza, quello presentato da An per limitare il beneficio del contributo alle sole scuole paritarie, escludendo quelle legalmente riconosciute. Il centrosinistra fa ostruzionismo e chiede il rinvio. In un'intervista a "Repubblica" il leader dell'opposizione Leoluca Orlando accusa Cuffaro di "penalizzare gli istituti privati seri".
SI INFIAMMA in aula la guerra sul buono-scuola con la raffica di emendamenti presentati dal centrosinistra e l'iscrizione a parlare di tutti e 28 i parlamentari dell'Ulivo. Un braccio di ferro che costringe il governo a cercare una mediazione e poi ad annunciare la presentazione di un maxi-emendamento, comprensivo di tutti gli articoli del disegno di legge, per strappare il sì dell'aula proseguendo a oltranza i lavori per tutta la notte. Ma le opposizioni minacciano barricate e un ostruzionismo ferreo. La partita, che va avanti fino a notte fonda, si apre con la richiesta del centrosinistra di revocare il provvedimento in discussione sul buono-scuola, in nome di una legge quadro sul diritto allo studio per tutti. Il presidente della Regione Salvatore Cuffaro e l'assessore alla Pubblica istruzione Fabio Granata rialzano subito dopo la posta in gioco con la proposta di accorpare e far votare in un'unica soluzione il disegno sul buono scuola per le famiglie che iscrivono i figli alle private con il disegno di legge sul diritto allo studio universitario. Una strategia, quella illustrata ieri da Cuffaro e Granata, ridisegnata con l'obiettivo di ridurre le distanze tra maggioranza e opposizione.
Ma l'Ulivo ha insistito chiedendo di inserire, per dare una lettura unitaria ai due disegni di legge "parziali", norme quadro per definire una legge complessiva sul diritto allo studio. Richiesta rimbalzata ieri anche dal movimento della piazza: ad appoggiare i parlamentari delle opposizioni sono scesi in campi i sindacati e gli studenti dell'Uds. Un sit-in con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil e del sindacato scuola, che solo nel tardo pomeriggio, anche grazie al supporto di manifestanti giunti con i pullman da Messina e da Catania, è riuscito ad avere maggiore visibilità radunando più di 150 persone. La protesta è stata sostenuta da un documento spedito ai vertici delle istituzioni regionali dai tre segretari siciliani di Cgil, Cisl e Uil Aldo Amoretti, Paolo Mezzio e Claudio Barone. Anche i tre segretari chiedono che "qualsiasi provvidenza in favore delle famiglie che vogliano iscrivere i figli nelle scuole paritarie debba trovare collocazione all'interno di una legge sul diritto allo studio". Salvo Fleres, di Forza Italia, guarda dalle finestre, esulta e parla di "flop": "La sinistra continua a lanciarsi addosso altri boomerang. Dopo il fallimento del dibattito d'aula ecco il fallimento della protesta da parte chi ha sostenuto come candidato alla presidenza della Regione Leoluca Orlando, che a sua volta è firmatario di un disegno di legge molto simile a quello del governo".
Il compromesso dei due disegni di legge da accorpare non è bastato a calmare il dissenso. "Non sarebbe mai la legge organica che chiediamo - afferma Giovanni Ferro, deputato del gruppo "Sicilia 2010" - Accorpando due disegni di legge parziali non si risolve il problema di una riforma integrale sul diritto allo studio. Se vogliono il dialogo, ritirino il disegno di legge e si riapra la discussione". Opposizione netta da Rifondazione comunista. Dichiara Francesco Forgione: "Con la legge sul buono scuola si stravolge la natura della scuola pubblica in Sicilia". E Santo Liotta, stesso partito: "Il buono scuola sta solo alimentando l'esodo dalla scuola pubblica alla privata, ma anche dalla scuola privata seria a quella che seria non può dirsi, i diplomifici guidati da banditi e da logiche di profitto". Prima dell'apertura del dibattito, il governo aveva annunciato che non intendeva limitare il beneficio del buono scuola alle sole scuole paritarie. E con An erano emerse diversità di vedute. Innocenzo Leontini, capogruppo di Forza Italia: "La legge resta così com'è. Non ci saranno limitazioni. Questa è la linea concordata col presidente Cuffaro". La replica del capogruppo di An, Santi Formica: "Non siamo d'accordo ad aprire le porte a tutte le scuole. Occorre prevedere delle limitazioni. Anche perché tra un anno tutte le scuole private saranno paritarie".