Repubblica-Palermo-Boom di domande ma il tempo pieno rimarrà per pochi
L'ALLARME I tagli del ministero impediscono l'incremento Boom di domande ma il tempo pieno rimarrà per pochi Oltre 11 mila famiglie chiedono lezioni dalle 8 alle 16 Cgil...
L'ALLARME
I tagli del ministero impediscono l'incremento
Boom di domande ma il tempo pieno rimarrà per pochi
Oltre 11 mila famiglie chiedono lezioni dalle 8 alle 16 Cgil: "Più lontani dal Nord"
Voglia di tempo pieno nelle scuole elementari siciliane. Ma oltre duemila famiglie, per via dei tagli agli organici degli insegnanti, non potranno essere accontentate. Avverte Enza Albini, leader regionale della Cgil Scuola: "È il momento in cui si svela chi dice le bugie e chi invece dice la verità sulla riforma Moratti".
I primi dati sulle iscrizioni per il prossimo anno scolastico (quello della riforma), raccolti dal ministero dell'Istruzione per definire il taglio di 12.600 posti stabiliti dalla legge finanziaria di tre anni fa, fanno registrare in Sicilia un boom di richieste. Le famiglie che hanno optato per la scuola elementare con lezioni dalle 8 alle 16 sono aumentate del 25 per cento in un solo anno, passando da 9.100 a quasi 11.400. Ma a causa del tetto imposto dal dicastero retto da Letizia Moratti sul tempo pieno all'elementare e su quello prolungato alla media, a settembre si potranno attivare al massimo gli stessi posti funzionanti quest'anno.
Così 2.300 famiglie che al momento dell'iscrizione, nel gennaio scorso, hanno scelto il tempo pieno si sentiranno dire: "Ci dispiace, non c'è posto". E dovranno accontentarsi della scuola elementare "vecchio stile". Nella sola provincia di Palermo rimarranno deluse oltre 300 famiglie. Secondo la Cgil "il divario tra Nord e Sud del Paese si accentuerà ancora". "Come al solito - dice la Albini - ci allontaneremo dal Nord, dove ormai esiste una cultura del tempo pieno e dove le amministrazioni locali hanno già garantito le strutture necessarie per prolungare il tempo scuola nel pomeriggio".
Il rischio segnalato dagli operatori è che a farne le spese siano le fasce più deboli della popolazione, quelle che spesso sfuggono anche alle lezioni normali. È nei quartieri più poveri che il tempo pieno produce i maggiori benefici. Basti pensare al Capo, dove le mamme difendono con le unghie l'orario prolungato delle lezioni perché "uscendo prima dalla scuola i bambini restano a girovagare per strada", spiegano le maestre.
Ma c'è anche chi vede in questi dati aspetti positivi. "È la vittoria del tempo pieno - dice Giovanni Pusateri, vice presidente dell'Associazione nazionale dei presidi e direttori didattici - Finalmente le famiglie hanno capito che il tempo pieno o prolungato, oltre alle attività teoriche tradizionali, consente un'offerta formativa aggiuntiva: quella operativa dei laboratori pomeridiani. Questo aspetto va recuperato, a patto che le ore aggiuntive siano impiegate con attività di qualità".
Ma la resa dei conti tra governo e sindacati non è solo sul tempo pieno. La settimana prossima, sulla base delle previsioni del ministero, saranno definiti i tagli per il prossimo anno scolastico. Sarà la scuola superiore a pagare il prezzo più salato. Solo in Sicilia, a fronte di un presunto calo di quattromila studenti, il ministero conta fare saltare 424 cattedre. Ma già il cervellone ministeriale, anziché una diminuzione, conta 2.400 alunni in più. "È un modo per precarizzare la scuola, per poi effettuare i tagli in modo indolore", commentano i sindacati.
s. i.