Repubblica-Palermo.10.000 prof contro la riforma
La scuola della Moratti e il contratto al centro dello sciopero indetto da tutti i sindacati I prof contro guerra e riforma Granata benedice i diecimila in corteo: "Protesta sacrosanta" All...
La scuola della Moratti e il contratto al centro dello sciopero indetto da tutti i sindacati
I prof contro guerra e riforma
Granata benedice i diecimila in corteo: "Protesta sacrosanta"
All'astensione dal lavoro hanno aderito 45 insegnanti su 100 In piazza pure i ragazzi
In allarme i precari "Delle immissioni in ruolo non c'è notizia" La prospettiva dei tagli
SALVO INTRAVAIA
I professori vanno in piazza per protestare contro la riforma Moratti e per il rinnovo del contratto. Ma un grande striscione con su scritto "La scuola contro tutte le guerre" rende bene l'idea di come la pensa il popolo di Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Cobas che ieri è sceso dalle cattedre e, in compagnia di una nutrita rappresentanza di studenti, ha invaso il centro. "La guerra è ingiusta - dice Marco Ceraulo, studente del liceo scientifico Croce - ma siamo anche contro la riforma Moratti e una scuola per soli ricchi". A sfilare docenti e alunni (diecimila in tutto) di gran parte delle superiori e di parecchie medie, come Piazzi e Don Milani. "Difendiamo la scuola dello Stato per garantire alle generazioni future e al Paese il pluralismo culturale, la libertà e la democrazia. Come educatori non possiamo che essere contro la guerra", spiega Santo Giordano, della Gilda.
Secondo i dati del Centro servizi amministrativi (l'ex provveditorato agli studi) quasi metà (il 45,2 per cento) del personale della scuola ha incrociato le braccia. Nel lungo corteo che si è snodato da piazza Croci al Massimo c'erano tutte le anime della scuola. Docenti di ruolo e precari, Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), capi d'istituto e tanti ragazzi che, oltre a rifiutare la riforma della scuola, inneggiavano alla pace.
Paradossalmente il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da 15 mesi, è passato in secondo piano. I sindacati non accettano la politica scolastica del governo Berlusconi. "Col taglio degli organici si tagliano i progetti di qualità, come quelli contro la dispersione scolastica, e Palermo non se lo può permettere", argomenta Gaetano Ruvolo, della Cgil. Nello striscione dell'istituto comprensivo Sciascia si leggeva: "I bambini dello Zen ringraziano". E una maestra spiega perché: "Con i tagli alle risorse dovranno essere le famiglie a contribuire. Ma noi cosa potremo chiedere ai genitori?".
Per Giuseppe Lupo, segretario provinciale della Cisl, "i diecimila in piazza oggi chiedono la riapertura di un confronto sulla riforma scolastica sulla quale non intendiamo dare deleghe in bianco al governo". Mentre Enzo Granato, della Uil, vede "un pericoloso attacco alla scuola di Stato da parte dei poteri forti, Confindustria e Bossi, che rischiano di frammentare l'istruzione in 22 scuole regionali. Cosa ci potremo aspettare in una regione come la Sicilia con un deficit pari a due miliardi e mezzo di euro?". Alla protesta si affianca idealmente l'assessore regionale alla Pubblica istruzione Fabio Granata, che pure è di An, un partito di governo: "L'insegnamento di sostegno, i progetti sulla dispersione scolastica, i tagli agli organici e le nubi che si addensano sulle fasce del precariato della scuola - dice - sono rivendicazioni oggettivamente sacrosante".
I precari incassano la solidarietà e alzano la voce: "Con il nostro lavoro - dice Jolanda Mercadante - permettiamo alla scuola pubblica di funzionare, ma delle immissioni in ruolo non si ha notizia". La stessa preoccupazione viene dai bidelli. E alla manifestazione partecipano anche docenti alla fine della carriera e pensionati che non vogliono vedere naufragare la scuola dove hanno lavorato per anni. "Ho insegnato ai miei ragazzi a vivere a Palermo - dice Manlio Condello - e sono qui perché gli impegni non vanno in pensione".