Repubblica: Padova Il sindaco: una scelta in difesa dei bambini
Divisi i sindacati. Giudizi contrastanti tra i docenti
Zanonato: l´infanzia va protetta con tutte le precauzioni
PADOVA - Il sindaco Flavio Zanonato esprime sostegno convinto al "muretto" scolastico: «La decisione della direzione della Valeri di creare una separazione tra dove studiano i bambini e dove frequentano i corsi professionali gli adulti, è una scelta opportuna e un accorgimento generalmente adottato negli istituti per non far coincidere le presenze di persone di età adulta con quella dei ragazzini», commenta in una nota l´esponente del partito democratico. «L´iniziativa risponde solo a questa finalità: l´infanzia è una fase troppo delicata della vita per non proteggerla con tutte le precauzioni necessarie».
Anche il vicesindaco Claudio Sinigaglia getta acqua sul fuoco delle polemiche: «La divisione è esclusivamente generazionale, non certo etnica. Non si deve fare confusione, bambini e adulti a scuola devono essere separati: dagli orari di frequenza, se si può, o dagli spazi. Poi possiamo discutere sull´opportunità del muretto in sé, altre soluzioni sarebbero state migliori ma forse non è stato possibile trovarne».
Contrastanti le reazioni in ambito sindacale e associativo. «Siamo contrari a tutti i muri perché le divisioni non ci piacciono», afferma Salvatore Livorno, che dirige l´ufficio immigrazione della Cgil. «Alla Valeri si sta dando un messaggio sbagliato, che ferma i processi di multiculturalità che noi invece cerchiamo di promuovere». Anche Marco Zanin, presidente dell´associazione cattolica "Spirit in Dance", avverte che «non si può vivere sempre con la paura dell´altro, fermo restando che i minori vanno sempre tutelati». «La trovo una decisione saggia - ribatte a distanza Nereo Marcon, segretario veneto di Cisl scuola - perché sia il buon senso che le stesse normative scolastiche impongono la netta separazione delle attività praticate dagli allievi delle scuole primarie da quelle degli adulti. Non è questione di passaporto, ma un conto è l´organizzazione del lavoro dei docenti con i bambini e le loro specifiche esigenze didattiche e educative, ben diversa è l´attività metodologica per gli studenti-lavoratori delle ex 150 ore, che pongono problemi diversi».
Una voce critica arriva però proprio dall´elementare al centro della discussione: «E adesso che cosa spiegheremo ai bambini?», s´interroga la maestra Costanza Costanzo in una lettera aperta al Mattino di Padova, «forse che quando ci sono dei problemi è meglio chiuderci dietro i muri, reali o virtuali che siano?».
(f.tos.)