Repubblica-Oggi a migliaia sui binari. Epifani domani a Livorno con i portuali
In programma manifestazioni alle stazioni, digiuni, veglie di preghiera. Il leader Cgil Epifani domani a Livorno con i portuali "Oggi a migliaia sui binari" Giornata nazionale di protesta contro i tre...
In programma manifestazioni alle stazioni, digiuni, veglie di preghiera. Il leader Cgil Epifani domani a Livorno con i portuali "Oggi a migliaia sui binari" Giornata nazionale di protesta contro i treni delle armi Ieri a causa dei blocchi dei pacifisti un'ora di ritardo dei convogli sulla Milano-Venezia DAL NOSTRO INVIATO ROBERTO BIANCHIN GRISIGNANO DI ZOCCO -
Si sono messi in marcia anche da Lubiana, al grido di "Stop that train", i disobbedienti sloveni di "Globala", per fermare i "treni della morte". Oggi, nella giornata nazionale di protesta dei pacifisti contro i convogli della guerra, che punta a bloccare i binari e le stazioni di mezza Italia, toccherà a loro presidiare il valico ferroviario di Aurisina, vicino a Trieste. Perché gli americani, per evitare lo sgambetto dei pacifisti e la rivolta dei portuali di Livorno, che domani si riuniranno in assemblea con il segretario della Cgil Guglielmo Epifani (anche quelli di Civitavecchia si sono associati alla protesta), stanno pensando di rinunciare ad attraversare la penisola, da Vicenza a Pisa per poi andare per mare, per dirottare invece via terra, attraverso la Slovenia, la Croazia e i Balcani, i venti convogli di armi e blindati che ancora devono mandare in Turchia. La protesta non si ferma un attimo. Ieri non è partito neanche un treno militare dalla blindatissima stazioncina di Grisignano di Zocco, nel vicentino, dove i soldati americani caricano armi, camion e blindati prelevati da una loro caserma di Vicenza, la Ederle, e diretti alla base di Camp Darby. Ma la "campagna di embargo dal basso contro i treni della guerra" è continuata. A Firenze i disobbedienti hanno occupato la direzione compartimentale delle Ferrovie esponendo uno striscione con la scritta "No War", alla stazione di Pisa hanno inscenato una manifestazione, e a quella di Dolo, nel veneziano, sono andati in un centinaio a "rovinare la festa" al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi che insieme al presidente della Fs Giancarlo Cimoli e al governatore veneto Giancarlo Galan posava la prima pietra del tratto di una linea ad alta velocità (quattro binari invece di due) sulla Padova-Venezia. Trattenuti a stento da un cordone di 200 poliziotti in tenuta anti-sommossa, a dieci metri dal tendone dove si svolgeva la cerimonia, i disobbedienti guidati da Luca Casarini per due ore hanno gridato slogan contro i treni della guerra. Qualche momento di tensione, qualche calcio, qualche insulto, e un'ora di ritardo (decisa dalle Ferrovie) per i treni della linea Venezia-Milano.Oggi sarà peggio. "Saremo tutti sui binari, da Vicenza a Pisa, saremo a migliaia, e bloccheremo con i nostri corpi il passaggio dei treni della morte" annuncia Casarini. Con i disobbedienti, una galassia di sigle dell'arcipelago no global, dai Centri Sociali alla Rete Lilliput, molti esponenti cattolici, dai "Beati i costruttori di pace" al "Coordinamento per la pace", con sacerdoti come don Albino Bizzotto e don Vitaliano della Sala, ferrovieri, sindacalisti, rappresentanti dei Cobas delle ferrovie, sindaci, parlamentari, esponenti dei Verdi e di Rifondazione, e studenti di molte scuole che hanno indetto uno sciopero. Gli organizzatori hanno invitato a esporre le bandiere della pace in tutte le stazioni nelle quali potrebbero passare i "treni della morte", sui cavalcavia, ai passaggi a livello, alle finestre. E poi a fare manifestazioni, digiuni, veglie di preghiera e mandare fax di protesta a Trenitalia. Due i "presidi" più consistenti, nelle stazioni di Grisignano e di Pisa, punti di partenza e di arrivo dei treni. E altri nelle stazioni dei due possibili itinerari verso Pisa: da un lato Padova, Rovigo, Ferrara, Bologna, Prato, Firenze, Empoli, dall'altro Vicenza, Verona, Brescia, Mantova, Parma, Reggio Emilia, Modena, Pistoia, Lucca. Verdi e Rifondazione hanno chiesto di fare delle ispezioni nelle basi Usa del Veneto per verificare se nel materiale trasportato dai treni vi siano armamenti con l'uranio impoverito.