Repubblica/Napoli: Tremila insegnanti in meno nelle scuole della Campania
I tagli scatteranno a settembre. Si mobilita la Cgil
Il decreto giustificato dal calo demografico degli alunni. Penalizzata la nostra regione
BIANCA DE FAZIO
Tremila insegnanti in meno, nelle scuole della Campania. Il taglio scatterà a settembre, con il nuovo anno scolastico. Quando in tutta Italia le cattedre in meno saranno 10.500, per quasi un terzo concentrate in Campania. Il decreto che prevede ulteriori sacrifici per le scuole della regione è sulla scrivania del ministro Giuseppe Fioroni. Non è stato ancora firmato, ma è quasi cosa fatta. Il decreto viene dopo le decisioni dell´ultima Finanziaria, che ha previsto 33 mila docenti in meno nell´arco del prossimo triennio. Risparmiare. Anche se sulle spalle delle già sofferenti scuole di casa nostra. Il provvedimento viene parzialmente giustificato con la diminuzione di alunni dovuta al calo demografico (non compensato, in Campania, come invece accade nelle regioni del Centro-Nord, dal sopraggiungere di significative quote di immigrati): si calcola che l´anno prossimo nelle scuole della regione ci saranno 16 mila alunni in meno, che faranno sensibilmente calare il numero degli studenti campani, numero che scenderà ben al di sotto degli attuali 982.000 alunni. E poi ci sono gli accorpamenti di classi non sufficientemente numerose, gli affollamenti dei nuovi iscritti in classi sempre più inzeppate di bambini e ragazzi. Ed i mancati rimpiazzi dei docenti che andranno in pensione.
Una situazione che spinge la Cgil scuola della Campania a mobilitarsi. «Il ministero ha deciso di tagliare 3.000 cattedre nonostante le emergenze di ogni genere che attanagliano la nostra regione, i rifiuti, la malavita, il degrado di interi territori, e le speranze che vengono riposte nella scuola» afferma Franco Buccino, segretario della Flc Cgil Campania. «È un taglio spropositato anche rispetto alla prevista riduzione del numero degli alunni (ancora tutta da verificare)». Le iscrizioni per il prossimo anno scolastico non sono ancora chiuse, e solo tra qualche settimana si saprà quanti saranno, effettivamente, gli studenti che a settembre prossimo staranno dietro un banco.
«Ai tagli all´organico dei docenti si sommeranno presto quelli degli amministrativi, del personale tecnico ed ausiliario, mettendo in crisi le scuole della Campania - aggiunge Buccino - costrette a ridurre l´offerta formativa e il tempo scuola, vanificando gli sforzi fatti per riformare l´istruzione».
Il sindacato lancia i suoi strali, in particolare, contro una politica che taglia con una mano e offre, con l´altra, nuovi finanziamenti per i progetti messi a punto dalle scuole: «Non si può rimediare ai tagli con progetti d´ogni genere, generosamente finanziati, ma che nulla aggiungono all´attività ordinaria e quotidiana delle scuole. Così la Flc Cgil della Campania dice basta a questa pratica dei due tempi, uno che crea danni irreparabili con i tagli, l´altro che vuole rimediare con i progetti alle emergenze che ne derivano». Con i progetti le risorse finanziarie sono limitate solo ad un periodo (terminato il quale si torna ad avere l´acqua alla gola) e peraltro non vengono equamente distribuite tra gli istituti.
Di qui l´invito che la Cgil rivolge a tutte le organizzazioni sindacali, agli studenti ed ai cittadini, ad una mobilitazione «e ad iniziative di lotta costanti e clamorose a sostegno della scuola pubblica in Campania». Interviene anche la Cisl Napoli, attraverso il segretario Luigi Bifulco: «Siamo alla farsa. Si vuole abolire la scuola pubblica statale».