Repubblica/Napoli: Tagli a scuola, Campania in rivolta
Sfilano in corteo 3 mila prof. I sindacati: scelta irresponsabile
In piazza contro la riduzione degli organici e dei fondi contro la dispersione. L´assessore Gabriele da Fioroni
"È un colpo mortale Nel Nord si assume e qui no"
BIANCA DE FAZIO
In piazza c´erano oltre tremila insegnanti. Un numero simbolico: quello dei professori e dei maestri che a settembre prossimo non saranno in cattedra, in Campania. A tremila unità ammonta infatti il taglio previsto da Roma nell´organico degli insegnanti della Campania, la più penalizzata in Italia. Tagli agli organici, e tagli anche nei finanziamenti per il cosiddetto "obbligo formativo", i fondi per combattere la dispersione scolastica che qui da noi raggiunge cifre record, con oltre 35 mila tra bambini e ragazzi inadempienti: la tabella di ripartizione dei fondi, assegna alla Campania, per quest´anno, solo 7 milioni e 760 mila euro, contro i 25 milioni e 442 mila euro dell´anno precedente. Una decurtazione del 69.5 per cento.
Contro tutto questo ieri sono scese in piazza, a Napoli, tutte le sigle sindacali della scuola, più le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, affiancate dagli assessori competenti della Regione, Corrado Gabriele (che venerdì incontrerà in proposito Fioroni), e della Provincia, Angela Cortese. Contro una politica scolastica dettata dalle esigenze di bilancio, e dunque dalla Finanziaria, piuttosto che dal tentativo di qualificare l´istruzione. «Roma ha inferto alla scuola campana un colpo mortale» afferma Anna Rea, segretario regionale della Uil, che parla, senza mezzi termini, di «scelte irresponsabili». Le fa eco il segretario regionale della Cisl, Pietro Cerrito: «Per il mondo della scuola c´è bisogno dell´intervento dello Stato, qui non valgono i ragionamenti aziendali sui costi e sui ricavi».
I più penalizzati dalle decisioni del governo sono gli studenti, certo, ma anche i tremila precari che l´anno prossimo saranno costretti a non lavorare. Sotto accusa il ministro per la Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni: «Nel Nord si assume - spiega Rea - e qui si taglia perché il governo ha calcolato in maniera burocratica il numero di ragazzi che si iscrive a scuola e non la platea degli aventi diritto, cioè di tutti i bambini ed i ragazzi in età scolastica». È lo stesso argomento che ha convinto l´assessore Gabriele ad impugnare, come Regione, la decisione romana: «Contando il numero degli studenti hanno considerato solo quelli già iscritti, trascurando i 35 mila che non lo sono affatto». E se il direttore scolastico regionale Alberto Bottino continua a convocare tavoli coi sindacati per fare il punto sugli organici, le critiche piovono, dai sindacati stessi, anche su di lui: «Non ti nascondere dietro la burocrazia - gli ha detto Anna Rea dal palco - assumiti le responsabilità. E aiutaci a spiegare a Roma che il Sud ha bisogno di più risorse».