Repubblica/Napoli: La Campania paga il prezzo più alto alle riduzioni di organico imposte dal governo
Oltre 3 mila insegnanti in meno tagli drastici alle scuole superiori
BIANCA DE FAZIO
________________________________________
La scuola campana diventa sempre più povera. Dal prossimo anno scolastico ci saranno 3.686 insegnanti in meno. Il sacrificio maggiore è chiesto ai professori delle superiori: in 1.716 perderanno il posto. E tra i docenti di scuola primaria, ovvero delle elementari, salteranno 1.276 posti. Tagli anche alle scuole medie, con una riduzione di docenti pari a 894 persone.
La Campania paga il prezzo più alto ai tagli imposti dal governo Berlusconi, che dopo i 42 mila posti sacrificati per quest´anno scolastico, ne mette in programma altri 25.600, su tutto il territorio nazionale, per il prossimo settembre. I dati sono stati ufficializzati ieri pomeriggio nel corso di un incontro tra l´amministrazione scolastica e i sindacati. «L´amministrazione ci ha presentato il quadro dei tagli da operare, ed è veramente tragico - racconta Luigi Panacea, segretario della Uil scuola di Napoli - Anziché operare per la riqualificazione della spesa, attraverso l´eliminazione degli sprechi, l´amministrazione procede senza curarsi del rispetto delle norme sul numero degli alunni per classe e della qualità del servizio».
E non è tutto. Perché a saltare non sono solo gli insegnanti, ma anche il personale Ata (bidelli e addetti di segreteria) in un numero che si aggira attorno ai 16.000 a livello nazionale. Il ministero per la Pubblica istruzione non ha ancora reso note le tabelle sulle riduzioni dei bidelli regione per regione, ma secondo le prime indiscrezioni in Campania ne verranno sacrificati non meno di 1.500.
Sul fronte dei docenti l´organico della regione passerà dagli attuali 78.600 insegnanti ai 74.914 del prossimo anno scolastico, con una riduzione del 4,69 per cento, niente affatto compensata dal calare del numero di studenti, che si riduce solo dell´1.27 per cento. Classi più affollate, dunque, e mobilitazione dei sindacati: la Cgil, ad esempio, promuove sit in a staffetta dinanzi al ministero dell´Istruzione, dal 26 al 30 aprile, e assemblee nelle scuole aperte alla cittadinanza.
La Campania paga il prezzo più alto alle riduzioni di organico imposte dal governo
Oltre 3 mila insegnanti in meno tagli drastici alle scuole superiori
BIANCA DE FAZIO
________________________________________
La scuola campana diventa sempre più povera. Dal prossimo anno scolastico ci saranno 3.686 insegnanti in meno. Il sacrificio maggiore è chiesto ai professori delle superiori: in 1.716 perderanno il posto. E tra i docenti di scuola primaria, ovvero delle elementari, salteranno 1.276 posti. Tagli anche alle scuole medie, con una riduzione di docenti pari a 894 persone.
La Campania paga il prezzo più alto ai tagli imposti dal governo Berlusconi, che dopo i 42 mila posti sacrificati per quest´anno scolastico, ne mette in programma altri 25.600, su tutto il territorio nazionale, per il prossimo settembre. I dati sono stati ufficializzati ieri pomeriggio nel corso di un incontro tra l´amministrazione scolastica e i sindacati. «L´amministrazione ci ha presentato il quadro dei tagli da operare, ed è veramente tragico - racconta Luigi Panacea, segretario della Uil scuola di Napoli - Anziché operare per la riqualificazione della spesa, attraverso l´eliminazione degli sprechi, l´amministrazione procede senza curarsi del rispetto delle norme sul numero degli alunni per classe e della qualità del servizio».
E non è tutto. Perché a saltare non sono solo gli insegnanti, ma anche il personale Ata (bidelli e addetti di segreteria) in un numero che si aggira attorno ai 16.000 a livello nazionale. Il ministero per la Pubblica istruzione non ha ancora reso note le tabelle sulle riduzioni dei bidelli regione per regione, ma secondo le prime indiscrezioni in Campania ne verranno sacrificati non meno di 1.500.
Sul fronte dei docenti l´organico della regione passerà dagli attuali 78.600 insegnanti ai 74.914 del prossimo anno scolastico, con una riduzione del 4,69 per cento, niente affatto compensata dal calare del numero di studenti, che si riduce solo dell´1.27 per cento. Classi più affollate, dunque, e mobilitazione dei sindacati: la Cgil, ad esempio, promuove sit in a staffetta dinanzi al ministero dell´Istruzione, dal 26 al 30 aprile, e assemblee nelle scuole aperte alla cittadinanza.