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Repubblica/Milano: Scuole, buco da 60 milioni è il maxidebito del ministero

Gli istituti anticipano le spese, da Roma solo briciole. Per ora sono giunti solo i rimborsi per 2007 e 2008 ma il rosso in tutta la Lombardia rischia di arrivare a quota 100 per fine anno.

26/09/2010
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la Repubblica

Franco Vanni

Alle scuole lombarde mancano 60 milioni di euro. Soldi che il ministero dell´Istruzione dovrebbe dare ai presidi per pagare supplenze, cancelleria e progetti didattici. Tecnicamente si tratta di "residui attivi di bilancio", somme che le scuole hanno già speso, dando fondo alla loro cassa, e di cui attendono la restituzione da Roma. L´enorme debito del ministero con le scuole, 200mila euro in media per ogni istituto, ha origini lontane. E il problema si trascina, aggravandosi. Nel 2007 l´allora ministro dell´Istruzione Giuseppe Fioroni non mise in pratica il previsto taglio di insegnanti, e questo fece scattare la clausola di salvaguardia dei conti dello Stato. Il mancato risparmio che sarebbe derivato dalla diminuzione del numero di insegnanti si è automaticamente tradotto nel blocco dei pagamenti destinati al fondo d´istituto delle scuole. Nel 2008 la Finanziaria di Tremonti ha dato una sforbiciata ai conti della scuola, e il rimborso dei residui attivi non è nemmeno più stato previsto. Nello scorso agosto, dopo le proteste delle scuole di tutta Italia, il flusso di denaro da Roma è stato riattivato. Ma è un piccolo rivolo di liquidità nel letto di un fiume in secca: alle scuole lombarde sono finora arrivati circa 45 milioni a copertura delle spese sostenute nel 2007 e 2008, ma nel frattempo i presidi spendono e il debito si rigenera.

«La situazione è grave - dice Corrado Barachetti, segretario regionale di Flc Cgil - oltre al ritardo con cui il ministero trasferisce i fondi, anche il meccanismo dei pagamenti è poco efficiente. Alcune scuole hanno cominciato a ricevere almeno una parte dei fondi che attendono, altre no». In passato erano i provveditorati a raccogliere le somme destinate alle singole scuole e distribuirle ai presidi, ma dal 2009 i pagamenti avvengono direttamente dal ministero agli istituti, grazie a un sistema informatizzato. Un sistema che ha generato però una situazione a macchia di leopardo. «Le scuole che hanno fatto richiesta dei fondi direttamente al ministero qualcosa hanno avuto - dice Barachetti - altri istituti, che versano in identiche condizioni di disagio, non hanno invece avuto un euro. Dovrebbe essere la direzione scolastica regionale, attraverso i provveditorati, a dare i soldi alle scuole».

Giuliana Pupazzoni, provveditore di Milano, spiega: «Quello che possiamo fare oggi è sollecitare i pagamenti in caso di particolari sofferenze da parte delle scuole, ma non abbiamo alcun ruolo operativo». Lo scorsa primavera era stato il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio a mettere fretta al ministero perché il debito fosse saldato, e almeno 45 milioni sono arrivati. Della restituzione degli altri 60 milioni, che entro Natale potrebbero arrivare a 100, al momento non c´è alcuna certezza.


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