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Repubblica-Bologna-Tagli a scuola, il Fermi si ribella

Nelle superiori mancano 38 cattedre. E i sindacati di Bologna lanciano la manifestazione nazionale del 15 maggio Tagli a scuola, il Fermi si ribella Gli insegnanti: "Non adotteremo i lib...

04/05/2004
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la Repubblica

Nelle superiori mancano 38 cattedre. E i sindacati di Bologna lanciano la manifestazione nazionale del 15 maggio
Tagli a scuola, il Fermi si ribella
Gli insegnanti: "Non adotteremo i libri di testo"
ILARIA VENTURI


I TAGLI sono arrivati anche alle scuole superiori e sono pesanti. A Bologna mancano all'appello 38 cattedre: a fronte di 2300 posti la scuola bolognese ne ha a disposizione 2262. Il Ministero ha infatti concesso solo cento posti sui 285 mancanti in Regione. E gli effetti si fanno già sentire. Dal Fermi parte la protesta. Il collegio dei docenti ha deciso, quasi all'unanimità, di non procedere all'adozione dei libri di testo per il prossimo anno come "forma di denuncia e di protesta contro provvedimenti che rappresentano un attacco frontale alla scuola pubblica". Ieri l'assemblea sindacale che si è svolta al liceo scientifico, con Cgil, Cisl, Gilda e Cobas, ha confermato la linea dura: "Coinvolgeremo i genitori nei prossimi consigli di classe, vogliamo estendere la lotta a tutti gli istituti della città". Anche gli studenti appoggiano i docenti: "Comprendiamo la gravità della situazione - scrivono i rappresentanti di istituto - siamo con voi".In piazza sino ad ora erano scesi i genitori e gli insegnanti delle elementari e medie a difesa del tempo pieno. Ora si muovono anche i professori della scuola superiore. La mobilitazione si allarga. Il 15 maggio il Coordinamento a difesa del tempo pieno, con Cgil, Cisl, Cobas, associazioni e forze politiche di sinistra, promuove una manifestazione a Roma per il ritiro della riforma Moratti e per fermare i decreti sulla scuola superiore. I tagli sono ben più estesi del numero di cattedre non concesse. Riguardano anche il provvedimento che ha portato le cattedre a 18 ore: significa che gli insegnanti dovranno impiegare tutte le ore per le lezioni, rinunciando alle attività di supporto agli studenti e alla scuola. Salta così la continuità didattica (per arrivare a 18 ore di lezione i docenti dovranno costruire l'orario in modo diverso, lasciando classi già seguite), saranno abolite le ore a disposizione per le supplenze. Enzo Pellegrino, professore di storia e filosofia e rappresentante delle Rappresentanze sindacali (Rsu) del Fermi, spiega: "Le classi scoperte nelle ore di supplenza saranno divise in altre classi: capiterà magari di dover accogliere un gruppo di studenti di prima mentre fai lezione a una quinta, immaginate voi il disagio. Siamo allo sfascio della scuola pubblica". Il documento dell'assemblea sindacale del Fermi invita i dirigenti scolastici a prendere posizione: i tagli, si legge, porteranno le scuole a "non garantire l'applicazione del piano dell'offerta formativa, che è un accordo preso con le famiglie, la sicurezza e nemmeno l'accordo sindacale dove si privilegia la continuità didattica". "Vogliamo arrivare alle personalità politiche di questa città, da Casini a Prodi, per spiegare che sta avvenendo la distruzione della scuola pubblica, ormai ridotta a contenitore per l'emergenza", annuncia Pellegrino. "La riforma della scuola non può passare attraverso una legge Finanziaria, trattano le persone come numeri, è inaccettabile". Il taglio delle cattedre porterà all'accorpamento delle classi. "L'organico delle superiori deve essere chiuso entro l'8 maggio, abbiamo ancora qualche giorno per ulteriori verifiche", spiega Paolo Marcheselli, direttore del Csa. "Vedremo se si potranno ridurre ancora il numero di classi salvaguardando quelle delle scuole di montagna che altrimenti rischierebbero al chiusura. Tutte le cattedre, eccetto latino, saranno portate a 18 ore e studieremo, con i sindacati, ulteriori interventi tecnici. In caso poi di eccessiva concentrazione degli studenti nelle classi potremo rivedere i numeri a fine giugno".
SEGUE A PAGINA V


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