All´istituto Longhena. Cofferati accusa i docenti: sbagliano
ILARIA VENTURI
BOLOGNA - Il «dieci» politico in pagella all´istituto elementare Longhena di Bologna scatena una bufera politica. E immediate reazioni dei vertici della scuola: pagelle annullate e ispezione lampo per decidere provvedimenti disciplinari contro i maestri ribelli. La polemica sul ritorno dei voti in decimi, a riforma approvata dal Parlamento, si riaccende nei giorni delle pagelle nella città laboratorio degli asili modello e del tempo pieno, che dal ministro Letizia Moratti a Maria Stella Gelmini, passando per il titolare dell´Istruzione Giuseppe Fioroni del centrosinistra, ha visto scendere in piazza genitori e insegnanti a difesa della scuola pubblica.
Ad accendere la miccia, questa volta, la decisione dei docenti delle Longhena, scuola primaria pubblica in collina dove le famiglie fanno a gara per mandare i propri bambini, di non dare i voti ma di mantenere i giudizi almeno nel primo quadrimestre. Decisione contestata dalla preside Ivana Summa con un ordine di servizio: «Rispettate la legge» In risposta, i maestri hanno messo dieci in tutte le materie a tutti i bambini. «Se siamo obbligati a classificare i bambini allora lo facciamo secondo i loro progressi personali: sono tutti bravi, da dieci», dice Marzia Mascagni, una delle maestre della rivolta.
Immediate le reazioni. Il ministro Gelmini interviene contro i maestri ribelli: «Fanno politica a scuola, sfruttano gli alunni a fini di parte». Il direttore dell´ufficio scolastico provinciale Vincenzo Aiello ieri ha annullato la delibera del collegio dei docenti «ribelle». E così facendo ha automaticamente reso nulle le pagelle da dieci. Sono tutte da riscrivere, annuncia la preside che attacca frontalmente gli insegnanti: «Sono interessati solo alla lotta».
Il caso diventa politico. Il centro destra insorge, chiede punizioni esemplari, presenta, con il deputato del Pdl Garagnani, un esposto in Procura. Scende in campo anche il segretario dell´Udc Pier Ferdinando Casini che parla di «strumentalizzazione dei bambini per fini politici». E chi lo fa, aggiunge, «sono cattivi maestri, la scuola italiana non ne ha bisogno».
Ma anche da sinistra arrivano bocciature agli insegnanti. «Iniziativa sbagliata e controproducente», la definisce il sindaco Sergio Cofferati, mentre il suo assessore alla scuola sostiene la protesta. Il Pd locale va in tilt: accusa il ministro sulla riforma, il centro destra bolognese per «le continue intimidazioni ai docenti» e pure gli insegnanti, perché «il dieci politico non è condivisibile, è una forma di lotta sbagliata».
Ma i maestri ribelli non demordono e il fronte del non-voto in decimi si allarga. I genitori delle Longhena si schierano con i docenti e scrivono al ministro Gelmini: «Siamo sconcertati, il dieci in pagella non è una protesta politica ma una scelta consapevole per non penalizzare i bambini, questa scuola è un modello di eccellenza, qui i nostri figli crescono in un ambiente sereno e non competitivo». Famiglie e insegnanti bolognesi scenderanno in piazza domani a difesa della scuola pubblica e del tempo pieno, ma anche «per riaffermare che compito e responsabilità della scuola repubblicana non è quella di obbedir tacendo». La protesta non si arrende. Le mamme di altre scuole hanno già deciso: «Non firmeremo le pagelle dei nostri figli».
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