Repubblica/Bologna: "Se il ministro venisse qui cambierebbe idea"
I ragazzi che organizzano la protesta
«SE il ministro, o uno dei suoi funzionari, fosse venuto qui non avrebbe tagliato nulla». Ernesto Marchi, ciuffetto azzurro, cappuccio della felpa in testa, non ha dubbi. E´ rappresentante di istituto al Copernico, il primo liceo da cui è partita la protesta. Orgoglioso della sua scuola. Qui si è consumato, domenica pomeriggio, il confronto tra genitori, prof e occupanti. «Abbiamo senso civico». Qui ieri mattina sono arrivati gli studenti dell´agrario Serpieri, una cinquantina di ragazzi: «Noi non siamo riusciti ad occupare». Nel pomeriggio, alcuni studenti di Modena poi il coordinamento delle scuole. Chiamarla rivoluzione dei secchioni è troppo forte, sarebbe respinto al mittente. Ma quest´anno il movimento si muove soprattutto per avere più scuola, quelle ore di lezione e di «opportunità» tagliate nei licei e, soprattutto, ai tecnici e professionali. «Nessuno è secchione tra quelli che occupano, ma alla scuola ci teniamo, quello degli studenti-fannulloni è un pregiudizio», non si meraviglia Marco Ragionieri, ultimo anno al Copernico, altro rappresentante di istituto. «Veniamo additati come quelli che non vedono l´ora di stare a casa, ma siamo abbastanza maturi per capire che le ore di lezione sono importanti. E poi con questa riforma andiamo a perdere quello che ci rendeva la scuola interessante come i laboratori». Bravi ragazzi, volti da collettivo ma non solo. «Sarà anche un paradosso, ma stiamo lottando per il nostro diritto allo studio, occupiamo per dire che allo studio ci teniamo, per difendere il futuro della scuola», osserva Riccardo Giuliani, 17 anni, rappresentante di istituto al Sabin, altro liceo occupato.
«Non hanno verificato prima la qualità della nostra scuola, hanno pensato solo a tagliare», insiste Ernesto al Copernico. «Nessun taglio gioverà a una formazione di qualità», recita lo striscione fuori dal liceo scientifico di via Garavaglia. Ogni giorno la preside chiede un resoconto, con la conta dei partecipanti. Tanti.
I ragazzi del Copernico guardano «Videocracy», si organizzano in gruppi di studio: quello sui social network, ma anche quello sul «nichilismo: i giovani e la scuola». L´occupazione è sempre stato lo spazio per parlare fuori dai libri e fare altro. Altra scuola occupata, il Pier Crescenzi-Pacinotti. «Io non voglio la luna, ma come studente voglio esprimere il mio dissenso contro i tagli alla scuola pubblica - dice Shahrom Hosseini, rappresentante di istituto - E il nostro grande no è anche contro la disinformazione: vogliamo che i nostri compagni sappiano. Si cresce anche così».
(il.ve.)