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Repubblica/Bologna: Scuole, un buco di 11 milioni

"Non abbiamo in cassa un euro per pagare i supplenti"

23/02/2007
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la Repubblica

coordinamento dei presidi scrive a ministro e prefetto: "Siamo ormai in una situazione di grave emergenza"

Scuole, un buco da 11 milioni

"Non abbiamo in cassa un euro per pagare i supplenti"

ILARIA VENTURI

LE scuole bolognesi in rosso, profondo rosso: il debito supera gli 11 milioni di euro. Una cifra da capogiro che crea allarme tra i presidi. Le scuole, in particolare quelle di base esposte per una media di centomila euro a testa, non hanno più soldi per pagare gli stipendi di questo mese, alcune anche quelli di gennaio, dei supplenti. Pagamenti a carico dello Stato che, dall´ultimo anno del governo Berlusconi, non arrivano più se non con qualche trasferimento a spizzichi e bocconi. E questo ha creato i «buchi» di bilancio.

Un´emergenza già denunciata lo scorso anno e che, bene o male, era stata tamponata con anticipi dell´Ufficio scolastico provinciale e utilizzando i fondi di altre voci di bilancio. Ora anche questi soldi sono finiti e le risorse promesse non sono ancora arrivate. I presidi sono a un bivio: o non pagano i supplenti, rischiando di finire davanti a un giudice del lavoro, o non li chiamano a sostituire i maestri assenti, rischiando di essere denunciati dai genitori per non aver garantito il diritto all´istruzione. Per questo il coordinamento dei dirigenti scolastici della provincia di Bologna ieri ha preso carta e penna e ha scritto, per la prima volta, anche al prefetto di Bologna oltre che al ministro Fioroni e ai vertici della scuola emiliana.

Parole che annunciano una mobilitazione senza sconti. «L´inaudita, straordinaria e rilevante situazione di debito, che si protrae dal 2005, è ormai un´emergenza e renderà inevitabile una pubblica azione di denuncia dell´impossibilità di erogare il servizio scolastico». La lettera è firmata dai delegati sindacali Umberto Pampolini (Cisl), Alessandra Francucci (Cgil) e Domenico Cassino (Uil). Ma presto si esprimeranno con un documento ufficiale anche il Collegio e l´Associazione (AsaBo) dei presidi. Inoltre verrà chiesto un incontro ai presidenti dei consigli di istituto di tutte le scuole per coinvolgere i genitori. «Con un debito complessivo a livello provinciale di oltre 11 milioni i dirigenti non sono più in grado di onorare i contratti di supplenza attivati e futuri - si legge nella lettera - e sono esposti, di conseguenza, alle legittime rivendicazioni del personale precario: il blocco delle nomine dei supplenti, che ne potrebbe conseguire, porterebbe a una grave riduzione del diritto costituzionale all´istruzione».

Una terza via ci sarebbe, ma i presidi non vogliono nemmeno pensarci: mettere mano ai fondi per le gite e per i progetti didattici per anticipare i soldi ai supplenti. Impraticabile. «Il continuo ricorso agli anticipi di cassa non consentirà il finanziamento delle attività previste nel piano dell´offerta formativa, interrompendo di fatto l´operatività di ogni istituto», spiega il Coordinamento dei dirigenti. Già ora per pagare i supplenti le scuole hanno utilizzato, come anticipo, altri fondi: i soldi dovuti al Comune per il pasto in mensa delle maestre, i fondi per pagare le attività aggiuntive dei docenti, la carte, i progetti didattici, gli esperti esterni e le pulizie. Vengono inoltre ritardati i pagamenti dei fornitori, non vengono versati i contributi ai supplenti. L´emergenza è regionale. Alle scuole dell´Emilia Romagna mancano 60 milioni per i supplenti.

Paolo Marcheselli, dell´Ufficio scolastico provinciale allarga le braccia: «Condivido fortemente la preoccupazione dei dirigenti, è una sofferenza. Una prima tranche di fondi ci è stata promessa per aprile. Nel frattempo si stanno dando alle scuole gli ultimi spiccioli».


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