Repubblica/Bologna: Scuola senza fondi stop alle supplenze per 350 alunni
San Donato, l´ha deciso la preside
Da un mese non vengono più sostituiti i maestri assenti fino a cinque giorni
I soldi per le supplenze sono finiti e così la dirigente scolastica, che non se la sentiva di aggiungere altre spese ai 105 mila euro di passivo già accumulati nei due anni scorsi, ha deciso che i maestri assenti fino a 5 giorni, non vanno più sostituiti. Incassando la solidarietà del Consiglio d´Istituto che minaccia "iniziative" sull´importante questione e firma all´unanimità un documento dove giudica "inaccettabile" che, per insufficienti erogazioni statali, "si diminuisca la qualità del servizio scolastico". Succede all´Istituto Comprensivo 10 che riunisce più di 2300 studenti del quartiere San Donato, suddivisi in 1 scuola materna, 2 elementari, 1 scuola media più il Centro per la Formazione in età adulta e la sezione ospedaliera del Rizzoli.
«Le scuole si sono indebitate non per cattiva gestione, ma perché lo Stato non ci ha dato i soldi per pagare le supplenze», spiega la dirigente Roberta Pizzoli. «Dopo aver anticipato 18 mila euro nel 2005 e 87 mila euro nel 2006, in una situazione in cui spendiamo 14 mila euro alla settimana per le supplenze, da un mese ho dovuto adottare la linea dura. Se continuassi a spendere mentre da tutte le parti mi si dice che non ci sono i soldi, diventerei un amministratore doloso. Non sono d´accordo io per prima con questo metodo, ma finché non arriveranno soldi dalla Stato, andremo avanti così».
Cioè sacrificando il lavoro delle maestre in compresenza, quelle che si trovano in due ad assistere contemporaneamente la stessa classe per i progetti più impegnativi, e delle maestre di sostegno, che sono di fatto "contitolari" dell´insegnamento. Se si ammala la titolare, devono fare lezione a tutta la classe, senza più assistere i bimbi in difficoltà. «In situazioni estreme», racconta Danilo Bacchelli, presidente del Consiglio d´Istituto, «si arriva perfino a dividere i bimbi di una classe rimasta senza maestra tra le altre che fanno lezione. Una cosa che non si vedeva da anni, che certo non può diventare strutturale. Siamo in una condizione che definire assurda è limitativo».
«I progetti educativi sono bellissimi, piacciono anche a me», dice la dirigente, «ma la scuola è anche fare i conti della serva. E quelli non tornano. Ho avvisato gli insegnanti di questo risparmio, spero che intervenga qualcosa, ma altrimenti andiamo avanti così fino alla fine della scuola». Dopo aver avuto rassicurazioni che lo Stato avrebbe rimborsato i soldi per le supplenze degli anni scorsi, la prima tranche di pagamento è bastata a malapena per pagare due mesi del 2007, calcola l´amministratrice.
Adesso i genitori, che si preparano alla festa a staffetta del 2 maggio in difesa del tempo pieno, porteranno avanti anche questa protesta. Chiedendo a tutti, dal ministro ai dirigenti regionali e cittadini, dal sindaco al presidente di quartiere, di farsi carico di questa "riduzione di offerta della scuola Pubblica".
(e. c.)