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Repubblica/Bologna: Scuola, primo giorno nel caos

"Poveri bambini, avranno poche maestre, ma tanti grembiulini" recita un cartello

16/09/2008
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la Repubblica

Le proteste hanno segnato l´avvio dell´anno scolastico

Striscioni e volantini contro la riforma sono apparsi alle scuole Acri, Fiorini, Moro e 2 Agosto
ILARIA VENTURI

I MAESTRI delle elementari XXI Aprile, Avogli e Manzolini hanno accolto i bambini vestiti di nero, a lutto. In una sola mattina alle Fortuzzi più di cento genitori hanno firmato contro la riforma Gelmini. E poi striscioni fuori dalle finestre delle aule - «no al maestro unico, no ai tagli» - e volantini distribuiti all´ingresso delle elementari e medie per spiegare alle famiglie gli effetti dei nuovi provvedimenti sulla scuola. Il primo giorno tra i banchi per oltre centomila alunni della Provincia di Bologna è segnato dalla protesta della scuola di base. Mentre l´ufficio scolastico provinciale corre ai ripari e, a lezioni avviate, cerca di coprire i buchi sull´inglese alle elementari con una nuova ricognizione in quasi trenta istituti. Ma posti in più non arriveranno da Roma, per nessun ordine di scuola. Ieri il nuovo direttore Vincenzo Aiello ha promesso ai sindacati fondi aggiuntivi per pagare le supplenze o le ore eccedenti e assicurare così l´inglese in tutte le classi. Non una risposta invece per gli oltre cinquanta lavoratori-studenti ai quali sono stati soppressi i corsi serali dopo il biennio, mentre a Bentivoglio e a Sala Bolognese una cinquantina di bambini rimarrà a casa perché due sezioni di materna non sono state concesse. L´incontro tra Aiello e i sindacati è avvenuto ieri pomeriggio, con oltre duecento insegnanti e genitori a protestare sotto il portico e in strada, in via de´ Castagnoli. Molti i precari che temono per il posto di lavoro. Una giovane insegnante ricorda, su un cartellone, l´esame da avvocato del ministro: «Il mio esame in Calabria? Avevo bisogno di lavorare. E perché, noi no?». Chiara Perazzo, sindacalista di lungo corso (il presidio è di Cgil, Cisl, Snal, con Cub-Rdb) indossa il cartello: «Poveri bambini, avranno poche maestre, ma tanti grembiulini». Gli striscioni e i volantini contro la riforma che porterà al maestro unico alle elementari («e quindi alla fine del tempo pieno», traducono gli insegnanti per le famiglie) e contro i tagli sono apparsi alle scuole Acri, Fiorini, Moro, 2 Agosto, Lipparini, Fortuzzi («E noi che credevamo di essere già maestri unici»), Cremonini Ongaro, Don Minzoni, Don Milani («maestro unico, pensiero unico»), alle materne del Savena, all´istituto comprensivo 9 e 11, al terzo, quinto e tredicesimo circolo e all´istituto comprensivo 11, negli istituti della provincia tra cui Calderara di Reno e Crespellano. In montagna gli insegnanti si stanno organizzando in collettivo, per avere più voce, annuncia Valentina Grande che insegna a Grizzana. Con lei le colleghe di Marzabotto. «Mi chiamo Anna, 15 anni di precariato alla materna e la paura di perdere il lavoro il prossimo anno; sono Antonia, di ruolo, ma non più sicura di nulla nemmeno io», si presentano. «Così si svilisce la scuola pubblica», protesta Franco Taddia, genitore della scuola di Calderara. L´istituto comprensivo 16 firma lo striscione: «Tagliano i servizi, ma non i loro privilegi. Salviamo la scuola pubblica». E´ solo l´inizio della protesta. Oggi, ad ogni fermata dello scuolabus che va alle Longhena, altro volantinaggio dei genitori. L´assemblea delle scuole di Bologna si riunirà venerdì alle ore 17 alle Guido Reni.
Per la manifestazione del 26 settembre in piazza.


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