Repubblica/Bologna: Scuola, pressing sull´Unione
I comitati: pronti a occupare le sedi dei partiti del centrosinistra
Il 18 e 19 maggio, due giornate di lotta nazionale contro la politica del governo. E a Bologna parte la mobilitazione
SILVIA BIGNAMI
«Potremmo occupare le sedi dei partiti dell´Unione». E´ questa la singolare forma di protesta che le scuole bolognesi potrebbero adottare per il 18-19 maggio, proclamate ieri giornate di mobilitazione nazionale da una assemblea dei rappresentanti di docenti e genitori, riunitasi a Bologna con delegazioni provenienti da Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Vicenza e Ravenna. «Ogni provincia deciderà che tipo di manifestazione pubblica fare per difendere il tempo pieno» spiega Giovanni Cocchi, insegnante alle Matteuzzi. «Milano ha proposto di occupare le sedi dei partiti, e ha già deciso che lo farà, noi valuteremo questa possibilità il prossimo 2 maggio». In ballottaggio ci sono però anche altre iniziative: dalla biciclettata, all´occupazione di Piazza Maggiore a suon di slogan e striscioni.
In attesa di decidere, il pressing contro «la politica scolastica di questo governo» prosegue. A cominciare dalla pioggia di fax che i rappresentati delle scuole promettono di inviare nei prossimi giorni al Presidente del Consiglio Romano Prodi «per ricordargli di mantenere gli impegni presi». A seguire con le assemblee nelle scuole, e con il coordinamento di tutte le Rsu. Sul tavolo dello scontro «c´è il taglio dei fondi alla scuola statale e la difesa del tempo pieno di 40 ore, con due insegnanti per classe e 4 ore di compresenza». «Noi - si legge nel documento approvato dall´assemblea delle scuole - chiediamo che da subito vengano restituiti alle istituzioni scolastiche i fondi per il loro normale funzionamento, per nominare i supplenti e per pagare quelli che hanno già prestato la loro opera. Chiediamo che siano assegnati per il nuovo anno scolastico gli insegnanti necessari per garantire tutte le richieste di tempo pieno, e che non sia superato il tetto massimo di alunni per classe stabilito per legge, di circa 25 studenti». Un documento duro, che fissa altre tappe. A partire dal 16 giugno, quando verrà indetta a Bologna una nuova assemblea nazionale, «per decidere eventuali nuove iniziative di protesta» che potrebbero arrivare sino al «boicottaggio del prossimo anno scolastico». A finire il 20 settembre, quando si «giudicherà l´operato di Palazzo Chigi e si verificherà se è stato rispettato l´impegno di garantire normativamente il tempo pieno a tutti».
Sul piede di guerra anche le Rsu, che venerdì si sono autoconvocate in una riunione per definire le linee guida di un documento da presentare alle scuole, e che i genitori potrebbero portare nei consigli di istituto. «Nel testo - spiega Luca Castriganò - sollecitiamo tutti i supplenti non pagati a fare ingiunzione contro i dirigenti scolastici e i genitori a fare un esposto alla Procura per mancato rispetto del diritto all´istruzione. E´ un tentativo per scuotere anche i dirigenti, per indurli ad alzare la testa, a ribellarsi a questa situazione e a bussare direttamente alla porta di Prodi».