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Repubblica-Bologna-Scuola, con i tagli dei fondi ora pagano le famiglie

CARO STUDI Dall'infanzia alle superiori si registra un incremento dei contributi per tutte le attività collaterali Scuola, con i tagli dei fondi ora pagano le famiglie Da...

01/02/2005
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la Repubblica

CARO STUDI
Dall'infanzia alle superiori si registra un incremento dei contributi per tutte le attività collaterali
Scuola, con i tagli dei fondi ora pagano le famiglie
Dalla visita scolastica, all'esperto di musica, dalla carta igienica alla linea Adsl per internet, agli educatori per un' ora in più alla materna
ILARIA VENTURI


I SOLDI per la visita scolastica che l'anno scorso era gratuita e che ora non lo è più. Gli educatori da pagare per tenere i figli un'ora in più alla materna. Le collette per l'esperto di musica. Sino ai contributi per le spese di funzionamento: dalla carta igienica all'Adsl, per intenderci. Viaggio nel mondo della scuola pubblica dove i fondi di istituto dimagriscono e aumentano le spese a carico delle famiglie. A cominciare dagli asili. Nelle scuole dell'infanzia statali emiliane resisteva l'isola felice dell'orario lungo: dieci ore al giorno, dalle 7.30 alle 17.30, garantite dalle maestre. E' arrivata la sforbiciata della Moratti. Così alle materne statali di San Lazzaro i genitori pagano da quest'anno 18,70 euro al mese per l'educatore che rimane sino alle 17.30. "Se poi hai anche un figlio alle elementari alla fine sul bilancio familiare pesa", protesta Teresa Camisa. "Per tutti i progetti aggiuntivi, dal nuoto alla musica, devi mettere in conto 200 euro all'anno", è la stima da mamma. Anche al circolo didattico di Zola Predosa è stato chiesto un contributo alle famiglie per l'orario lungo sino a ieri garantito: 157 euro all'anno per un'ora al giorno in più, 226 euro per due ore. Chi non ha fatto questa scelta ha comunque versato un contributo di 80 euro per avere gli educatori a fianco delle maestre che devono seguire sempre più bambini. "Il contributo è passato, ma, su mia richiesta, solo con la maggioranza qualificata delle famiglie", spiega la dirigente Angela Cocchi. "Con i fondi di istituto questo non si sarebbe mai potuto fare, ma non mi è sembrato uno strappo. Colpa della riforma? Non credo. Come dirigenti siamo più preoccupati del taglio degli organici".
Nella scuola primaria (ex elementari) le cose non vanno meglio. Daniela Turci, dirigente dell'VIII Circolo guarda i conti: l'anno scorso per l'autonomia, che doveva essere avviata, sono arrivati 16mila euro, quest'anno 8.800. "Una voce di finanziamento dimezzata per progetti già programmati". Così alle elementari del Circolo hanno dovuto fare marcia indietro. Alle Fortuzzi è stato deciso di tagliare tutto per non chiedere soldi alle famiglie: non si fa più il libro con i bambini, saltano il progetto "A scuola canto la scuola" e l'intervento del grafologo. Alle Cremonini Ongaro i genitori si sono rifiutati di perdere la visita al Guggenheim di Venezia inserita nel progetto di arte e l'esperto di educazione corporea musicale: se li pagheranno. "E' così un po' in tutte le scuole - commenta Domenico Altamura, presidente del collegio dei dirigenti scolastici della provincia di Bologna - quello che prima mi serviva per finanziare i progetti, dal teatro al corso di arte, ora lo devo usare per la carta delle fotocopie. In questi anni i fondi statali hanno continuato a diminuire del 2% mentre sono aumentati i costi a carico delle scuole, dagli interventi per la sicurezza alle pagelle, e sono diminuiti gli organici. Così se prima riuscivo a insegnare italiano agli stranieri con i miei docenti ora devo assumere dall'esterno. Un progetto che mi costa 8000 euro". Dall'anno scorso a Minerbio si pagano 14 euro per le spese di funzionamento della scuola. E se prima il Comune finanziava il pullman per le visite alle aule didattiche a Bologna e Ferrara ora non è più così: le visite gratuite sono passate da due a una per classe. Al Comprensivo 7 il consiglio di Istituto ha messo le mani avanti deliberando per il prossimo anno un contributo di 8 euro ad alunno per le spese di funzionamento.
"Questi fondi si sono ridotti di due terzi in quattro anni - fa notare una insegnante - non importa se è un contributo piccolo, così si cambia il principio della scuola pubblica gratuita". La Regione ha fatto due calcoli: per avere inglese, informatica e materna fino alle 17,30 come una volta una famiglia con tre figli paga 359 euro all'anno aggiuntivi. Sui costi ha indagato anche la rete dei genitori Gasp per scoprire che il contributo alle materne per i materiali didattici è in media di 50-60 euro mentre negli istituti comprensivi si è aggiunto il contributo volontario di 20 - 40 euro, senza contare le raccolte con feste e lotterie. "Ormai è la creatività dei dirigenti nel trovare risorse - spiega Andrea Graffi del Gasp - che determina la ricchezza di una scuola e questo crea discriminazione sociale. Ci vorrebbe meno ipocrisia: la scuola pubblica non è più gratuita".


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