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Repubblica/Bologna: Quel prof di matematica boccia-studenti

a economia

06/06/2007
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la Repubblica

ILARIA VENTURI

MATEMATICA, che disperazione. All´esame del corso in Economia e marketing succede che i promossi si contino sulla punta delle dita: dieci su duecento. Quando va bene. Ad un appello è successo anche che solo uno studente su 200 sia passato allo scritto. I ripetenti sono la norma, c´è anche chi si presenta alla prova per sette, dieci volte. E così una studentessa prende carta e penna e, in forma anonima, domanda quello che in Facoltà si chiedono tutti: «Che la materia sia dura lo pensiamo tutti, ma è normale questa percentuale di bocciature?». Sotto accusa il professor Gianluca Selvi, che tiene il corso di matematica ad Economia e Marketing. Ma il problema è generale. Ogni facoltà ha il suo esame-incubo: la Matematica è lo scoglio di Economia.
«Il problema esiste, inutile far finta di niente, c´era anche quando ero studente io - confessa il preside di Economia Sandro Sandri - Ma riguarda tutti i sei corsi in Matematica che abbiamo, non solo quello di Selvi che tra altro è uno dei docenti più disponibili, quest´anno ha rifatto il corso due volte per aiutare chi non superava l´esame. La critica è alla persona sbagliata». Ma l´obiettivo è centrato. Al punto che il preside annuncia di aver già preso provvedimenti: nel 2008 i corsi di Matematica saranno portati da 60 a 90 ore, ma con trenta ore riservate al solo recupero e al ripasso. Intanto si apre per la prima volta il confronto pubblico, a distanza, tra studenti e docenti sugli esami impossibili. Chi sbaglia? «Alle reazioni che regolarmente seguono a questi catastrofici risultati viene normalmente risposto che bisogna impegnarsi di più e che evidentemente in questa facoltà vi è un iperconcentrato di svogliati e fannulloni. A noi studenti sorge però qualche dubbio, a cominciare dal fatto che la gran parte di noi segue lezioni private, molto costose, ma più esplicative», scrive la ragazza.
Replicano i dubbi del professore. Gianluca Selvi, docente a contratto a Economia da molti anni, tutor e assistente alla didattica alla Cattolica e alla Bicocca di Milano, ammette: «Ultimamente la situazione si è aggravata e i dati sconcertanti lo dimostrano, motivo per cui molte volte ho fatto autocritica per non trascurare il problema, ponendomi domande del tipo: ma sono io a non trasmettere il modo corretto i concetti?». La risposta è arrivata dai questionari di valutazione dei docenti. «E´ sempre emerso un giudizio più che buono sul mio corso e sul mio metodo didattico, per questo mi sento con la coscienza a posto». La studentessa alza il tiro e ipotizza: «Forse esami di sbarramento fanno comodo alla stessa università perché intanto gli studenti continuano a pagare le tasse». Gianluca Selvi ha un altro punto di vista: «Il percorso corretto è affrontare il corso di Matematica in tutte le sue sfaccettature, compreso il precorso che si tiene presso la facoltà da metà settembre ad inizio ottobre di ogni anno purtroppo seguito da pochissimi studenti. Quest´anno per la prima volta ho tenuto un corso serale sempre mirato al potenziamento dei contenuti della matematica di base, del calcolo algebrico. Sembra assurdo, ma non mi stancherò mai di ripetere e ribadire che la situazione sconcertante è la poca preparazione delle conoscenze di base. Uno studente non ha difficoltà nel gestire il concetto di limite, di derivata o integrale, ma trova difficoltà nel processo algebrico che occorre per calcolare un limite, una derivata o un integrale». Selvi chiede un esame di coscienza ai professori di scuola superiore: «Mi chiedo come è possibile che uno studente che ha affrontato un liceo scientifico o un tecnico non riesca a superare l´esame di matematica più volte quando il programma del primo anno è un infinitesimo rispetto a quello delle superiori, mi chiedo perchè ogni anno la situazione peggiori drasticamente». E lancia un appello, questa volta non d´esame, agli studenti: «Consiglio loro di seguire i precorsi e di dedicare parte dello studio al ripasso dei concetti fondamentali dell´algebra senza i quali non è pensabile raggiungere risultati soddisfacenti in qualsiasi corso di matematica del primo anno».


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