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Repubblica-Bologna-Moratti: niente cattedre all'Emilia Romagna

Le conseguenze sulla scuola saranno meno tempo pieno e meno flessibilità Moratti: niente cattedre all'Emilia Romagna Protesta davanti all'ufficio regionale ILARIA VEN...

27/05/2004
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la Repubblica

Le conseguenze sulla scuola saranno meno tempo pieno e meno flessibilità
Moratti: niente cattedre all'Emilia Romagna
Protesta davanti all'ufficio regionale
ILARIA VENTURI


ORA è ufficiale: il ministro Moratti non concederà nuove cattedre all'Emilia Romagna. La notizia arriva nel giorno della manifestazione dei genitori e degli insegnanti contro il taglio degli organici. Rimbalza da Roma a Bologna, scuote la regione, gela i sindacati già pronti ad annunciare una mobilitazione in piazza di quindici giorni, da oggi sino al 4 giugno. La scuola bolognese non chiuderà: rimarrà la protesta, per tutta estate, promettono le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil scuola. E a settembre si aprirà una nuova stagione di scioperi se i numeri sugli organici non cambieranno. I numeri, appunto. Ieri intanto alcune centinaia di genitori e insegnanti con i bambini hanno manifestato in piazza XX settembre contro la riforma Moratti. Insieme a loro alcuni sindaci della provincia e i candidati del centrosinistra alla Provincia Beatrice Draghetti e al comune Sergio Cofferati.
Con l'intervento del ministro, ieri mattina in commissione istruzione al Senato, si è chiusa la possibilità di avere nuovi posti in Regione. Resta così scoperto, alle elementari, il tempo pieno per 190 classi e, alle medie, il tempo prolungato per 300 classi (a Bologna sono 46 classi alle elementari e 31 alle medie). Mancano all'appello 245 insegnanti di sostegno per i disabili e 185 docenti per le superiori. E a fronte della richiesta di 90 sezioni in più di materna e della trasformazione di 35 sezioni part-time a tempo pieno (215 insegnanti mancanti in tutto), il ministro ha assegnato solo 20 maestri con una distribuzione che farà infuriare molti sindaci. Quasi la metà dei posti è stata concessa a Bologna: cinque insegnanti per aprire cinque sezioni part-time in città e altri quattro per la provincia.
Il senatore Ds Walter Vitali, presente in commissione, contesta la decisione del ministro e traduce l'effetto dei tagli su Bologna: classi sovraffollate e mancanza di flessibilità nell'orario degli insegnanti. "Inoltre vi è una grave carenza nel sostegno all'handicap e una situazione disastrosa per l'educazione degli adulti". L'assessore regionale alla scuola Mariangela Bastico difende le richieste della famiglie: "Non è ammissibile che a settembre ci siano bambini esclusi dalla scuola d'infanzia, ragazzi disabili senza insegnante, tempo pieno negato". Cgil, Cisl e Uil annunciano un presidio davanti all'Ufficio regionale, in piazza XX Settembre, per due settimane con i docenti e i bidelli di tutte le scuole. Oggi si farà sentire, dalle 17, il liceo Fermi. Domani è il turno degli insegnanti di sostegno, alle 11, e delle associazioni per i disabili, alle 17. Sabato, alle 11, i docenti delle materne. I Confederali hanno inviato una diffida al direttore dell'ufficio scolastico regionale per denunciare il taglio di un centinaio di posti alle elementari e la mancanza di sicurezza nelle scuole a causa del sovraffollamento delle classi. "In Emilia Romagna si è garantito lo stesso numero di classi a tempo pieno, ma con meno docenti. E' illegittimo" denuncia Claudio Cattini della Cgil. Così sulla sicurezza: "I tetti previsti per legge sono sforati" spiega Lamberto Benini della Cisl. Ci sono classi con 29-30 alunni sino ai 40 studenti al serale del Manfredi. I sindacati denunciano anche la mancanza di tremila bidelli e giudicano troppo poche le 908 nuove assunzioni su 4875 posti mancanti. Insomma, concludono, "stando così le cose la scuola della Moratti a settembre non può aprire".


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