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Repubblica-Bologna-Marcheselli: "Niente tagli di orario"

Il Provveditore dopo le proteste per la riduzione di un'ora nelle materne statali Marcheselli: "Niente tagli di orario" "Le famiglie devono poter contare su un servizio efficiente" ...

26/06/2004
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la Repubblica

Il Provveditore dopo le proteste per la riduzione di un'ora nelle materne statali
Marcheselli: "Niente tagli di orario"
"Le famiglie devono poter contare su un servizio efficiente"
ILARIA VENTURI


"LE famiglie devono poter contare su un servizio quotidiano di dieci ore settimanali, non potrà esserci una riduzione di orario". Quando ha saputo del taglio di un'ora e mezza al giorno nelle scuole materne statali, annunciato da alcuni dirigenti scolastici alle famiglie, il direttore del Csa Paolo Marcheselli ha fatto un salto sulla sedia. Ha preso carta e penna e scritto alla direzione scolastica regionale per segnalare il problema. "Troveremo una soluzione, voglio tranquillizzare le mamme". Il caso è scoppiato con la protesta delle mamme dei futuri baby alunni delle materne statali Don Marella: hanno iscritto i bambini scegliendo una scuola statale che garantiva lo stesso orario delle comunali e solo successivamente sono state informate del "taglio". Un'ora e mezza in meno. Quanto basta per mettere in crisi l'organizzazione delle famiglie con i genitori che lavorano. Tutta colpa del decreto Moratti che impone alle materne statali un tetto di 1700 ore di attività didattica all'anno. I dirigenti hanno preso la calcolatrice e diviso il numero di ore per il numero di giorni di scuola fissati dal calendario regionale. Risultato: per stare dentro i parametri fissati dal Ministero all'istruzione o si chiudono le scuole il 10 giugno invece che il 30 o si taglia di un'ora e mezza l'orario giornaliero. Alcuni dirigenti scolastici hanno già scritto alle famiglie informando di aver scelto la soluzione della riduzione dell'orario. A San Lazzaro la scuola ha coinvolto il Comune scaricando il costo del completamento di ore sulle famiglie. Un pasticcio che coinvolge tutte le materne statali. Un paradosso, visto che gli insegnanti ci sono e hanno l'obbligo comunque di fare l'orario pieno di cinque ore al giorno (dieci ore considerando le due maestre per sezione). E' su questo che insiste Marcheselli: "Gli obblighi di servizio dei docenti non sono cambiati". Per salvare il tempo scuola garantito sino a ieri alle famiglie il direttore del Csa avanza alcune ipotesi. "Chiudiamo le scuole il 10 giugno e dall'11 al 30 giugno, con gli stessi insegnanti e nella stessa scuola, offriamo alle famiglie un campo solare. Oppure si possono considerare le ore in più non come attività didattica, ma come attività ludico-sportiva". Un modo per salvare le ore di troppo chiamandole semplicemente "ricreazione". "Altra ipotesi è quella di considerare l'ora e mezza in più al giorno come periodo di mensa". Insomma, il Centro servizi amministrativi (ex provveditorato) vuole salvare l'orario pieno alle materne statali per non avere la rivolta a settembre di tutte le mamme. "Comincerò a lavorare su queste ipotesi", conclude Marcheselli. Ma la riapertura della scuola dopo l'estate si preannuncia già calda non solo sul fronte delle scuole dell'infanzia. La Cisl-scuola presenta il conto: nessuna nuova sezione di materna, meno personale per l'insegnamento della lingua straniera nelle classi dove era già previsto per quest'anno scolastico, modelli didattici a rischio, progetti e continuità didattica che saltano alle superiori. Il sindacato rileva che "ad oggi non si sono avute notizie della possibilità di adeguamento degli organici". Un silenzio che, fa capire una nota firmata da Patrizia Prati, segretario generale della Cisl scuola, non lascia intravedere nulla di buono. Intanto la Gilda ha raccolto diverse decine di adesioni di precari per il ricorso al Tar contro il decreto che modifica punteggio e graduatorie. Gilda ha presentato anche un ricorso al Tar dell'Emilia Romagna contro il taglio dei docenti a fronte di una crescita degli studenti


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