repubblica-Bologna-La Regione riforma la riforma
BRACCIO DI FERRO SULLA SCUOLA La Regione ha varato l'integrazione alla riforma. "Gli imprenditori ci chiedono di innalzare la preparazione culturale" Scuola, Errani riforma la riforma Un bien...
BRACCIO DI FERRO SULLA SCUOLA
La Regione ha varato l'integrazione alla riforma. "Gli imprenditori ci chiedono di innalzare la preparazione culturale"
Scuola, Errani riforma la riforma
Un biennio in più per superare le rigidità della Moratti
Con i due anni oltre a recuperare le materie umanistiche si passa dalla formazione professionale a una di indirizzo tecnico
I corsi professionali ideati in connubio tra istituti tecnici e gli enti di formazione
L'assessore Bastico: "Noi non agiamo al di fuori né contro l'ordine didattico nazionale"
VALERIO VARESI
Il "sapere" oltre al "saper fare". Sta in questo piccolo slogan il tentativo della regione Emilia Romagna di lenire gli "effetti negativi" della riforma Moratti riguardante la scuola. Nessuna opposizione radicale alla riforma stessa, come fu annunciato qualche tempo fa, ma un'abile slalom tra i paletti di una legge assai contestata nel tentativo di prolungare la durata della scolarità e fornire un'infarinata di cultura di base. "Ormai anche gli imprenditori ci chiedono di innalzare la preparazione culturale dei loro operai ma le modifiche del ministro vanno esattamente nella direzione opposta" si arrabbia il presidente Vasco Errani. "Si vorrebbe far decidere il futuro ai bambini di 13 anni in modo che risulta quasi sempre irreversibile" lamenta l'assessore regionale all'Istruzione Mariangela Bastico. Per questo, da viale Aldo Moro arriva il "biennio integrato" il quale, oltre a insegnare materie umanistiche (italiano in testa) che verrebbero abbandonate, consentirà di poter passare da una formazione professionale alla scuola superiore di indirizzo tecnico spianando la strada a un eventuale diploma. In altre parole: sarà possibile cambiare idea cammin facendo consentendo un intreccio tra quella che viene vista come un'istruzione di serie B a un'istruzione di serie A.
In sostanza, i corsi professionali, che dipendono dai finanziamenti della Regione, saranno costruiti a braccetto tra gli enti di formazione professionale e gli istituti tecnici. Questi ultimi forniranno l'istruzione umanistica di base a chi sceglierà di dedicarsi esclusivamente alla preparazione in vista di un mestiere ad indirizzo sicuro. "Noi non agiamo al di fuori né contro l'ordinamento didattico nazionale - spiega ancora Bastico - ma ci prefiggiamo di integrare l'istruzione in funzione complementare". La scuola, secondo gli intenti della Regione, dovrebbe risultare così più flessibile e meno penalizzante per chi sceglie a 13 anni. Di fatto, l'età scolare si innalzerebbe a 16 anni come più volte proclamato in viale Moro, vuoi per il limite imposto a questa età per chi si dedicherà ai servizi alla persona, vuoi perché la Regione finanzierà prevalentemente quei corsi professionali che attueranno l'esperimento del biennio integrativo. I ragazzi avranno poi tutti un libretto formativo sul quale sarà indicato l'intero curriculum scolastico.
L'integrazione tra "saper fare" e "sapere" è prevista anche per gli adulti, nella formazione superiore e in quella post-laurea. Continuità anche tra i cicli scolastici, altro punto su cui Errani e Bastico insistono con particolare accanimento perché "il frazionamento dei cicli scolastici accentua le differenze tra alunni che apprendono più rapidamente e quelli che rimangono indietro. E noi - ribadiscono - non vogliamo che resti indietro nessuno".