Repubblica-Bologna-La Moratti manda una sola maestra
Domani le nomine dei 46 docenti inviati in Emilia Romagna. In città ne erano stati chiesti sette La Moratti manda una sola maestra Dal ministero a Bologna un'insegnante per il part t...
Domani le nomine dei 46 docenti inviati in Emilia Romagna. In città ne erano stati chiesti sette
La Moratti manda una sola maestra
Dal ministero a Bologna un'insegnante per il part time
Alla provincia di Bologna 14 posti, 12 a Modena, 4 a Parma e Reggio, 3 a Ferrara
ILARIA VENTURI
TANTO rumore per nulla, per dirlo con Shakespeare. Il blitz dei sindaci a Roma, i documenti di protesta, gli assessori in piazza, la lettera consegnata da Beatrice Draghetti nelle mani del presidente Casini. Per una sola maestra. Una sola e nemmeno in tutti i 25 Comuni bolognesi che hanno liste d'attesa nelle scuole dell'infanzia. Era già scritto nei numeri, quando il ministero all'istruzione ha concesso 46 posti per tutta l'Emilia Romagna a fronte di 78 cattedre mancanti solo in provincia di Bologna. Ora è confermato dalla ripartizione decisa ieri nel confronto tra i sindacati e l'Ufficio scolastico regionale: 14 posti a Bologna, 12 a Modena, quattro a Parma e a Reggio Emilia, tre a Ferrara e a Ravenna, due a Forlì e a Rimini. Domani saranno fatte le nomine. Ieri intanto nella difficile riunione dell'organismo scolastico provinciale per il miglioramento dell'offerta formativa, dove siedono assessori, sindaci e rappresentanti del mondo della scuola, sono stati stabiliti i criteri di ripartizione dei posti. Un insegnante per ogni Comune e solo per istituire nuove sezioni part-time. Le liste d'attesa sono state inoltre ridotte ai soli bambini rimasti a casa ancora oggi. Non sono stati considerati quelli che hanno nel frattempo trovato posto in scuole paritarie. E così arriverà una sola maestra in città. A Bologna ne mancavano sette per completare altrettante sezioni part-time.
Sui criteri non c'è accordo con i sindacati che anche nella riunione di ieri hanno riconfermato il principio di assegnare i nuovi posti ai Comuni che si sono impegnati a mettere altre risorse. Il ragionamento dei sindacati è semplice: portare a casa 92 posti e non solo i 46 concessi impegnando i Comuni ad aprire nuove sezioni accanto a quelle statali. Ma ieri alla riunione mancava l'elenco degli impegni presi dagli enti locali di Bologna e di Rimini. E' stato comunque deciso, spiega Claudio Cattini, segretario regionale della Cgil scuola, che "la verifica di quanto è successo sarà la prima condizione per la distribuzione degli organi dell'anno prossimo". "Ci aspettavamo molto di più dagli enti locali: più proposte e una partecipazione maggiore", commentano scuotendo la testa i Confederali.
I veri sconfitti sono i 900 bambini in lista d'attesa da settembre. Amaro il commento di Paolo Marcheselli: "Ho registrato io stesso un profondo disagio nel gestire risorse non in grado di corrispondere alle aspettative delle famiglie sul territorio. Sarà una risposta parziale e in questo c'è tutto il mio rammarico".