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Repubblica-Bologna-L'Università minaccia la serrata

Pagina VII - Bologna Assemblea dei docenti contro la Moratti, martedì si riunisce il Senato accademico. Momenti di tensione con gli studenti L'Università minaccia la serrata ...

15/10/2005
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la Repubblica

Pagina VII - Bologna
Assemblea dei docenti contro la Moratti, martedì si riunisce il Senato accademico. Momenti di tensione con gli studenti
L'Università minaccia la serrata
S'allarga il fronte dei presidi pronti a dare le dimissioni
Presenti Masetti di Ingegneria, Destro di Lingue, Capano di Scienze Politiche
ILARIA VENTURI


GILBERTO Capano, preside di Scienze Politiche a Forlì, sferra il colpo: "Questa è una riformetta, è cosa miserrima, tempo due anni e l'abbiamo digerita. Quello che mi indigna davvero è la questione politica. Volete veramente accettare che la signora Moratti se ne vada dopo cinque anni avendoci beffato, con astio e incompetenza?
Io non sono disponibile, chiudiamo l'università, facciamo in modo che rettori e senati accademici dichiarino la serrata". Applausi.
L'assemblea dei docenti e dei ricercatori, convocata ieri pomeriggio a Economia, si infiamma. Tanto per capire il clima. Se gli studenti occupano e scendono in piazza, i docenti questa volta non hanno minor voglia di stare zitti contro una legge di riforma dell'università che bocciano senza appello. Ecco perché quando un gruppo di occupanti della Facoltà di Lettere fa irruzione nell'aula con il megafono, interrompendo il preside Franco Frabboni che aveva preso la parola dopo Capano, scoppia la rabbia dei professori. Mai irruzione fu più improvvida, lo si legge sui volti di tutti. E nei commenti: "E noi che stavamo discutendo di serrata". Il professor Walter Tega chiude immediatamente l'assemblea. Frabboni si alza e molti lo seguono. Dario Braga, direttore del collegio di eccellenza: "L'assemblea ora è vostra, godetevela tutta". Giulio Cesare Carloni: "Così fate il gioco della Moratti". Una ricercatrice: "Con che coraggio interrompono un preside che ha portato tutta la sua Facoltà alle dimissioni, io me ne vado". Dopo pochi minuti le cose si ricompongono. Padri e figli nella stessa aula. Nel mezzo chissà quali e quante lotte già viste o ancora sognate. Ci sono i presidi - Masetti di Ingegneria, Destro di Lingue, Capano di Scienze Politiche, Alton della Scuola interpreti, Sassatelli di Lettere, Frabboni di Scienze della Formazione, Donatiello di Scienze - , si fanno vedere alcuni candidati per la corsa al consiglio d'amministrazione, appare Stefano Bonaga, c'è il latinista Ivano Dionigi, direttore del collegio dei direttori di dipartimento, il prorettore Roberto Grandi, Leonardo Altieri di Scienze Politiche, l'ingegnere Giulio Cesare Carloni e altri suoi colleghi di Chimica e Scienze. In fondo, dove si sta in piedi per mancanza di posti, si intravede l'onorevole diessina Giovanna Grignaffini. Dall'assemblea esce la volontà di continuare la protesta oltre la settimana, che si è conclusa ieri, di mobilitazione indetta dai sindacati negli atenei. Ma c'è qualcosa di più. Oltre al senato accademico straordinario, che la Conferenza dei rettori chiede di tenere mercoledì prossimo in tutte le università, il giorno prima, martedì, nella seduta ordinaria dei senatori dell'Alma Mater si discuterà di blocco della didattica. La serrata proposta da Gilberto Capano, grande esperto di sistemi universitari, che nel suo intervento ha bacchettato anche "tutti quei colleghi che sono andati a dare il loro contributo alla Moratti", non dispiace ad altri presidi. Anzi. Un blocco per dare modo a tutte le facoltà di riunirsi in assemblee è l'ipotesi che più si sta facendo strada.
Almeno sino alla discussione della legge alla Camera il 25 ottobre. "Vediamo se passa", dice Frabboni, "io ci sto". Sarà lui, in senato accademico, il primo a rimettere il suo mandato da preside. Lo seguiranno altri, il preside della Scuola interpreti, per esempio, la preside di Psicologia. L'idea di rinunciare agli incarichi direttivi, partita dalla facoltà di Scienze della Formazione, si sta allargando a macchia d'olio tra molti presidenti di corsi di laurea, a Chimica, Storia, Lettere, Lingue e Filosofia. "Non sono questioni corporative - dichiara il senatore Ds Walter Vitali in una nota - si tratta del futuro dei giovani e della ricerca".


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