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Repubblica/Bologna: L´ateneo alla guerra delle cattedre

I presidi sono contrari a qualunque taglio Proposto un canale per favorire i ricercatori

23/10/2007
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la Repubblica

Oggi in Senato accademico in dicussione il piano di redistribuzione dei posti liberati dal turn over

Disponibili 130 posti. Calzolari: "Congeliamone la metà"

ILARIA VENTURI

NUOVE cattedre da spartire in Ateneo. Con una ipotesi del rettore destinata ad accendere gli animi tra i presidi: una su due va congelata. In attesa di tempi migliori dal punto di vista finanziario. Entra nel vivo la battaglia sulla distribuzione delle risorse in Ateneo. Dopo la sua presentazione, sarà discusso oggi dal senato accademico il piano di riassegnazione dei posti che si sono liberati o che si libereranno dal 2006 a fine anno a causa di pensionamenti, trasferimenti e decessi. E saranno soprattutto i criteri del turn over ad animare la lotta tra settori disciplinari, Facoltà, ma anche tra la sede bolognese e i poli romagnoli. Le linee guida per la programmazione triennale del personale docente, che contengono già in appendice i contributi critici dei senatori, fotografa la disponibilità delle singole Facoltà: 130 punti. Un punto corrisponde a un posto per un professore ordinario, mezzo punto equivale a un ricercatore.
Tradotto: le Facoltà hanno attualmente la disponibilità da un minimo di circa 130 posti da docente ordinario a un massimo di 260 da ricercatore. Si va da Architettura, che non ne ha nessuno, ai venti punti di Medicina e Scienze. Vuol dire che la facoltà medica, per esempio, ha dalle venti alle quaranta cattedre da «assegnare», a seconda che scelga di bandire concorsi o di chiamare professori ordinari, associati o ricercatori. E quindi deve ricevere dall´Ateneo i fondi adeguati (un punto ha un valore medio di 107mila euro).
L´ipotesi del rettore è quella di accantonare la metà dei finanziamenti e quindi dei punti, per renderli disponibili solo successivamente, tutti o in parte, nel caso arrivino più fondi dal ministero. Calzolari propone anche di utilizzare una parte di queste risorse per operazioni strategiche, tra cui la chiamata da altri Atenei di grandi maestri per dare lustro all´Alma Mater. La proposta di accantonamento, se oggi sarà confermata, ovviamente non piace ai presidi. Il dibattito è aperto. Calzolari pensa inoltre a un canale preferenziale per i ricercatori; suggerisce, in accordo con Mussi, di distribuire i tre ruoli a piramide, con una base allargata di ricercatori e un vertice di ordinari; chiede un riequilibrio anche tra i settori scientifici disciplinari a sostegno di quelli più in sofferenza e di elevata qualità scientifica. Tra le necessità già evidenziate dai presidi, quella di considerare anche il rapporto docenti-studenti e di differenziare la quota riservata ai ricercatori a seconda dell´ «anzianità» di ogni Facoltà. I dati raccontano che si va da un minimo di tre studenti in corso per docente a Chimica industriale (5,12 ad Agraria e 7,89 a Statistica) a un massimo di 39 studenti per docente a Scienze della Formazione (36 a Giurisprudenza, 35 a Scienze Politiche, 30 ad Economia, 28 a Lettere).


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