Repubblica/Bologna: Il maestro unico non è soltanto problema di fondi
Dopo l´allarme dei sindacati
DONATA LENZI
SANDRA ZAMPA *
Il ripristino dell´insegnante unico non é solo un problema di occupazione. Fanno bene i sindacati a lanciare il loro allarme, ma è la politica chiamata ad affrontare un tema così cruciale per il futuro del Paese. Ridurre, infatti, il problema ad una questione di soli numeri e risorse finanziarie, significherebbe trascurare l´aspetto educativo che deve essere invece la nostra prima preoccupazione.
La scelta della Ministra Gelmini, di fatto, ripropone un ritorno alla scuola degli anni ‘60: grembiuli, voto in condotta, maestro unico. Ma se sui primi due possiamo fin da ora renderci disponibili ad un bel dibattito, sul ritorno del maestro unico la questione è molto più complessa. Una così rilevante scelta pedagogica non può essere motivata solo con ragioni di risparmio. Ritornare alla figura del maestro unico significa cancellare il tempo scuola previsto dall´orario a tempo pieno e con esso anche l´alternanza di due insegnanti con competenze e con sensibilità diverse, le compresenze che consentono di sostenere i bambini in difficoltà, l´insegnante di inglese, la possibilità di realizzare visite didattiche e culturali. Insomma si cancella un´esperienza che in particolare in Emilia Romagna ha prodotto risultati di grande soddisfazione e che colloca le nostre scuole elementari ai vertici delle classifiche europee. Di fronte al così rapido divenire del sapere, la Ministra Gelmini pensa ad una maestro tuttologo, che possa spaziare dalla Storia alla Geometria. Qui non sono in discussione le competenze dei nostri insegnanti, per lo più bravi e motivati, ma è in discussione se sia possibile oggi proporre ad una calsse di 25 bambini, molti dei quali non di madre lingua italiana, qualche volta con una storia personale difficile, con esperienze non omogenee per cultura e tradizioni, un solo insegnante che da solo, senza confronto, possa dedicarsi ad ognuno dei propri allievi con tutto il tempo e la competenza necessari. Certo, una volta era così, ma dobbiamo ricordare noi alla Ministra Gelmini che una volta tutto era diverso? Che imparare l´inglese era un privilegio per pochi? Che garantire ai propri figli competenze che non fossero solo scrivere e far di conto non era il primo problema di una famiglia? Nella nostra Regione, così come in tutto il nord, la maggioranza dei bambini frequenta la scuola materna dai 3 ai 6 anni. Lo sa la Ministra Gelmini che anche negli asili c´è l´alternanza delle insegnanti, almeno due per gruppo classe, e che i bambini stanno a scuola anche il pomeriggio? Lo sa che alla materna spesso arriva anche la logopedista e l´insegnante di religione? Che spesso si realizzano laboratori con esperti di pittura, di musica, di fotografia? E se i più piccoli non sono a disagio, perchè mai dovrebbero esserlo una volta arrivati alle elementari?
* Parlamentari PD