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Repubblica-Bologna-I ricercatori bloccano l'Ateneo

Gli studenti hanno dato la loro solidarietà allo stato d'agitazione avviato dai professori I ricercatori bloccano l'Ateneo Protesta anti-Moratti, domani corteo in piazza e niente lez...

26/10/2004
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la Repubblica

Gli studenti hanno dato la loro solidarietà allo stato d'agitazione avviato dai professori
I ricercatori bloccano l'Ateneo
Protesta anti-Moratti, domani corteo in piazza e niente lezioni
Hanno annunciato il blocco della didattica e il concentramento alle 9 in piazza Nettuno
E venerdì in Santa Lucia assemblea "plenaria" convocata dal Rettore
ILARIA VENTURI


SI rifiuteranno di entrare in aula per laboratori, lezioni ed esercitazioni che sulla carta non dovrebbero fare. Ovvero faranno il loro lavoro, nulla di più. Quanto basta per bloccare l'attività didattica in molti corsi di laurea. I ricercatori dell'Alma Mater lo avevano annunciato da tempo. Domani lo faranno: blocco della didattica in Ateneo. Insieme a un corteo che li vedrà sfilare con gli studenti universitari e delle scuole superiori che hanno indetto uno sciopero contro la riforma Moratti. L'appuntamento è alle ore 9 in piazza Nettuno. Il dissenso alla riforma di scuola e università getta un ponte tra due generazioni di giovani: gli studenti che domani entreranno nelle aule universitarie, i ricercatori che saranno i loro docenti e che ora combattono contro la precarietà, lo sfruttamento, la messa in discussione della ricerca pubblica.
Simonetta Abenda, ricercatrice di analisi matematica alla facoltà di Ingegneria, nel presentare la manifestazione di domani tira fuori una torta con due candeline. Per festeggiare il secondo anno di attesa dell'assunzione. L'anno scorso si era vestita da fantasma, per sottolineare l'invisibilità a cui sono costretti i ricercatori precari. Quest'anno, l'amaro dolce: "Il disegno di legge delega della Moratti - dice - conferma il clima di ricatto in cui ormai vivono gli Atenei". E aggiunge: "Io aspetto da due anni l'assunzione, anche se la voce compare in bilancio di contratto non se ne parla". I ricercatori, poco più di un migliaio in Ateneo, invitano i consigli di facoltà ad esprimersi al loro fianco per estendere l'astensione dell'attività didattica anche ai docenti strutturati. Una manifestazione che sarà, dicono, "propulsiva" per "la riuscita dell'assemblea" in Santa Lucia convocata dal rettore per venerdì alle 15.30. "E' l'inizio del percorso di mobilitazione della nostra università contro il disegno di legge Moratti", spiegano la rete dei ricercatori precari, il coordinamento bolognese dei ricercatori, il gruppo degli idonei non assunti. La protesta infatti tornerà a farsi sentire tra l'8 ed il 12 novembre, settimana di mobilitazione generale a livello nazionale, dai sindacati e dalle associazioni dei professori. "Sono riforme - dichiarano ricercatori e studenti - che pregiudicano l'intero sistema dell'educazione pubblica, per altro già traballante, colpendo tanto gli studenti quanto i docenti e ricercatori". Dalle Facoltà arrivano le prime adesioni: "Come preside non farò lezione e credo che la mai facoltà andrà verso la sospensione totale", annuncia Franco Frabboni, preside di Scienze della formazione, "siamo sempre stati in prima fila nella critica ai provvedimenti della Moratti e siamo con i ricercatori, la loro analisi tocca tutta l'università, non è una protesta di categoria". Maria Josè Esposito della rete dei ricercatori precari spiega: "Si colpisce la qualità della ricerca e della didattica, ne pagheranno le conseguenze gli studenti". "Non ci hanno nemmeno consultato, questa riforma peggiora le cose", non ha dubbi Marco Carricato, ricercatore a Ingegneria.
In piazza ci sarà anche la rete universitaria, l'anima più radicale del movimento. Carmine Casella, rappresentante in senato accademico per la Sinistra universitaria, precisa: "Non è una manifestazione contro il rettore, ma contro il disegno di legge Moratti: in questo senso prendiamo le distanze dalla rete universitaria". Anche gli studenti medi scendono in piazza con le loro ragioni. "la divisione della scuola superiore in licei e scuole professionali discrimina gli studenti dal punto di vista economico". La manifestazione è appoggiata dall'onorevole diesse Giovanna Grignaffini: "La mia adesione è tanto più convinta alla luce della legge finanziaria che rappresenta una palese lesione del principio del diritto allo studio e pregiudica la scuola pubblica".


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