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Repubblica-Bologna-I confederali all'attacco "È l'anno della scuola negata"

Meno ore, meno posti, meno bidelli e tagli negli indirizzi delle superiori I confederali all'attacco "È l'anno della scuola negata" 2600 famiglie non hanno potuto scegliere ...

20/09/2005
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la Repubblica

Meno ore, meno posti, meno bidelli e tagli negli indirizzi delle superiori
I confederali all'attacco "È l'anno della scuola negata"
2600 famiglie non hanno potuto scegliere
In molti istituti aule super affollate: si è arrivati sino a 31 studenti per classe
ILARIA VENTURI


MENO ore di quelle richieste, dal tempo pieno all'inglese e all'informatica. Meno posti di quelli necessari, per i bambini delle materne. Meno bidelli dappertutto e tagli negli indirizzi alle superiori. Non hanno dubbi i sindacati Confederali: "E' partito l'anno della scuola negata". I numeri sono drammatici e parlano di almeno 2600 famiglie, dalle materne alle medie inferiori, "a cui è stato negato il diritto di far frequentare o di scegliere la scuola più qualificata per i loro figli". Una scuola, per le segreterie Cgil-Flc, Cisl e Uil scuola provinciali, negata anche agli insegnanti e ai collaboratori: 414 posti di lavoro tagliati, 375 posti di docenti, 182 di personale Ata (bidelli e segretari). Un attacco sferrato nel giorno in cui aprono le ultime scuole in calendario contro il ministro Moratti e i suoi tagli e contro la dirigente dell'ufficio scolastico regionale Lucrezia Stellacci: "Scrive che questa è la scuola della speranza e della responsabilità, questa è una scuola negata e le famiglie e i lavoratori si sentono solo presi in giro". I numeri dei tagli, dunque, secondo i sindacati. Alla scuola dell'infanzia non sono state concesse le sedici sezioni richieste. Risultato: almeno 400 bambini esclusi e altri 750 in sezioni ad orario ridotto. Alle elementari "è stato chiesto il tempo pieno per 41 classi prime e per nove classi seconde e terze, e non è stato concesso: 1250 famiglie a cui è stato negato il diritto di scegliere la formula scolastica che ritengono migliore". Alle medie, otto classi a tempo prolungato non concesse. Alle superiori, per fare fronte all'aumento degli iscritti (più 931 studenti), sono arrivate solo trenta cattedre in più. "Cosa è dunque successo nelle scuole? Sono stati tagliati indirizzi mentre scoppiano le aule, sino a 31 studenti per classe". Un problema sentito anche alle elementari dove in alcuni istituti i dirigenti si stanno ponendo il problema di come sdoppiare classi prime da 26-27 bambini. Succede per esempio, ma le difficoltà sono di molti, all'istituto comprensivo 3, dove ci sono tre prime da 27 alunni.
Nella scuola bolognese "non è garantita nemmeno la continuità, visto che gli incarichi annuali e quindi precari sono aumentati a 3.171". Infine, la nota dolente sui bidelli. "Le scuole non sono più in grado di garantire l'apertura pomeridiana per i corsi, le attività extra, i piani di prevenzione del bullismo, della microcriminalità e delle tossicodipendenze", denunciano Nara Orsi (Cgil), Patrizia Prati (Cisl) e Domenico Cassino (Uil). Peggio.
"Dalle materne alle superiori la sorveglianza è carente, c'è anche chi non riesce più a garantire l'apertura e la chiusura della scuola se non chiedendo ai collaboratori di lavorare a singhiozzo durante la giornata invece che per sei ore continuative come da contratto. E nel 40 per cento dei casi le scuole devono ricorrere alle cooperative". L'ultimo affondo è a difesa di "dirigenze forti e libere". "Così non è: ogni scelta deve essere autorizzata, ogni spesa, anche minima, è negata, ogni decisione di aprire o meno una classe deve essere contrattata: è questa l'autonomia?".


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