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Repubblica.Bologna-Gli ispettori della Moratti alle Longhena e alle Fortuzzi

I controlli nelle due scuole in cui è nata la protesta. I Cobas: "Denunceremo" Gli ispettori della Moratti alle Longhena e alle Fortuzzi ...

28/04/2005
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la Repubblica

I controlli nelle due scuole in cui è nata la protesta. I Cobas: "Denunceremo"
Gli ispettori della Moratti alle Longhena e alle Fortuzzi


Nelle due scuole bolognesi (Longhena e Fortuzzi) dove è partita la mobilitazione contro la riforma della scuola del ministro moratti (con occupazioni e convegni), sono arrivati gli ispettori del ministero per verificare "presunte irregolarità". Per i Cobas della scuola la visita sarebbe tutto fuorchè "una attività di routine, bensì è un'azione mirata e pensiamo che abbia valore intimidatorio contro dirigenti e lavoratori", denunciano Gianluca Gabrielli e Marzia Mascagni, che lavorano nelle due scuole e, oltre ad essere protagonisti delle battaglie contro la riforma Moratti e in difesa del tempo pieno, fanno parte dell'esecutivo nazionale dei Cobas della scuola.
In queste due scuole il collegio docenti ha optato per conservare i vecchi testi e le vecchie schede di valutazione, come pure è stato rifiutato il tutor, "ma questo è accaduto anche altrove, eppure ci risulta che gli ispettori siano venuti solo qui", dove hanno raccolto copie dei verbali del collegio docenti, delle schede e dei modelli di iscrizione.
"Crediamo non sia un caso che in queste scuole operino i due rappresentanti regionali dei Cobas che fanno parte dell'esecutivo nazionale di un sindacato che si è sempre battuto contro la riforma", aggiunge gabrielli. Ora i Cobas chiedono all'ufficio scolastico regionale di chiarire chi ha mandato gli ispettori e perchè, ai genitori e ai lavoratori della scuola di protestare e, comunque, promettono: "la mobilitazione non si fermerà. Ci sarà la manifestazione a Roma il 14 maggio, scriveremo contro il taglio dei docenti al carcere di bologna e faremo campagna perchè gli insegnanti escano dalla sperimentazione della nuova prova di valutazione decisa dal ministero che molte scuole, per protesta, non applica come test individuale, ma come prova collettiva.
"A un primo sguardo ad essere visitate sarebbero solo due tra i 500 istituti in Emilia Romagna - ha continuato Gabrielli - che hanno scelto di non applicare parte degli elementi della riforma Moratti, andando a vedere nel dettaglio, però, emergono i fattori che hanno guidato la scelta degli istituti. Per esempio, alla 'Longhena' è nata nel 2002 una nuova forma di mobilitazione, l'occupazione della scuola condivisa con i genitori, che si è poi diffusa a livello nazionale".
"Le 'Fortuzzi', invece, sono il luogo - ha spiegato Gabrielli - in cui si sono svolti due convegni nazionali sul tempo pieno che hanno portato alla nascita del coordinamento nazionale a difesa del tempo pieno. Dalle due scuole è partita una raccolta di firma contro la riforma Moratti e a difesa del tempo pieno che in 6 mesi ha portato 145.000 firme alle commissioni parlamentari. Le due scuole hanno, inoltre, mantenuto la vecchia scheda di valutazione e il libro di testo - ha concluso Gabrielli - e hanno rifiutato la figura del tutor.
E' evidente che la scelta di agire con ispezioni in questi istituti vuole essere un atto volto a intimidire le capacità di praticare il libero pensiero, per minacciare ritorsioni se non si allineeranno nel ruolo di mere esecutrici delle direttive ministeriali, a prescindere dalla loro legittimità".


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