Repubblica/Bologna: Gli autoconvocati di Medicina "Facciamo l´esame ai candidati"
La richiesta ha cominciato a girare su Internet. L´appuntamento per il 18 giugno
ELEZIONI A MEDICINA
Tre domande scomode da 50 professori
"Verifica del lavoro svolto nei progetti scientifici; sostegno alla ricerca; riorganizzazione delle lauree"
ILARIA VENTURI
DOMANI mattina, all´aula magna di Nuove Patologie, i candidati alla presidenza di Medicina si presentano per la prima volta a tutta la Facoltà nell´assemblea fissata dal decano Paolo Carinci.
Ma intanto si muovono gli «autoconvocati», oltre cinquanta professori e ricercatori - cani sciolti, voci fuori dai giochi, scontenti - che hanno deciso di aprire un fronte «virtuoso» di discussione interna. Su tre proposte concrete: la verifica del lavoro svolto dai docenti chiamati dalla Facoltà su progetti scientifici; il sostegno alla ricerca che già si fa e non a quella fatta per annunci di «nuove cattedrali nel deserto»; la riorganizzazione delle lauree nelle professioni sanitarie, visto «lo scarso livello di qualità didattica attuale di alcuni corsi».
Nel clima di grandi manovre in vista delle urne che si apriranno il 25 giugno, tra incontri e duelli sotterranei, candidati ufficiali (i professori Bernardi, Bugiardini e Stefoni) e ufficiosi (l´anestesista Gerardo Martinelli), esce allo scoperto un gruppo trasversale di universitari con il camice bianco: prima con la lettera delle priorità, fatta girare via mail, e poi con la convocazione di un incontro con i candidati, il 18 giugno, per ascoltare le risposte degli aspiranti presidi. Un movimento spontaneo, per «superare un disagio che è evidente soprattutto fra i più giovani dal punto di vista accademico, così come fra i tanti che lavorano con noi in posizioni precarie, e che non sempre vedono le carriere regolate da criteri trasparenti». Vittorio Sambri, professore associato di microbiologia, voce dei promotori, mette subito le cose in chiaro: «Il documento è nato tra amici, non abbiamo dietro nessuno, non appoggiamo nessun candidato, né tra di noi si cela chi vuole candidarsi». Con lui, Carlo Ventura, ordinario di Biologia molecolare, l´oncologo-pediatra Andrea Pession, Giovanna Cenacchi e Annalisa Pession, anatomopatologhe al Sant´Orsola e al Bellaria, il biochimico clinico Stefano Iotti, Uberto Pagotto, ricercatore a Endocrinologia, Paola Dal Monte, ricercatrice a Microbiologia, Andrea Bolognesi, patologo generale e Stefano Fanti, associato di medicina nucleare. Nel giro di pochi giorni la lettera ha raccolto oltre cinquanta firme tra cui quelle di Lucio Gullo, Dino Vaira, Gian Paolo Bagnara, Carlo Bulletti, Marina Marini, Maria Carla Re. «Il nostro è un percorso idealistico, siamo un gruppo di medici universitari che crede ancora in questo mestiere, che crede in un´Università come luogo della formazione della cultura, che non considera lo studente un mero accidente», aggiunge Vittorio Sambri. Non a caso le priorità indicate toccano nervi scoperti. A partire dalla roulette delle cattedre. «Occorre verificare se chi è chiamato a ricoprire un ruolo abbia svolto attività non solo compatibili con la loro conferma, ma anche in linea con le aspettative di sviluppo dei settori scientifici disciplinari». Poi, la ricerca: «Basta con i centri di ricerca fantomatici e fantasmagorici, valorizziamo quel poco che c´è e che funziona», il messaggio. «Chiediamo al nuovo preside la capacità di reperire spazi, personale e fondi per permettere a tutti i ricercatori che ne abbiano l´esigenza e lo sentano come dovere etico e professionale di operare al meglio».
Infine, la richiesta di revisione delle lauree triennali e della specialistica di Biotecnologie.