Repubblica/Bologna: Gli anti-Gelmini tornano in piazza cinquemila invadono via Rizzoli
Migliaia di mani srotolano uno striscione di 200 metri
Arriva la solidarietà della Bastico. Ma Garagnani parla di "manifestazioni vergognose"
ILARIA VENTURI
DUECENTO metri di tela bianca, con la scritta in arancione e blu: «No ai tagli, difendiamo la scuola pubblica». Sono da poco passate le cinque del pomeriggio quando lo striscione viene srotolato dalle Due Torri al Nettuno: i bambini lo colorano, Cuoghi e Corsello disegnano le loro «oche» simbolo, i writers usano la bomboletta anti-Gelmini, sfilano illustratori e gli artisti del teatro Testoni. Il centro è bloccato. La scuola torna in piazza.
Oltre cinquemila genitori, bambini e maestri contro il taglio dei docenti e delle risorse che «porterà alla cancellazione del tempo pieno e di una scuola pubblica di qualità». Le mani si alzano dopo poco, saltano per aria i pennarelli, lo striscione comincia ad avanzare tenuto da centinaia di mamme, insegnanti, qualche preside. Con i bambini che corrono sotto il telo, la musica della banda Roncati, gli slogan: la scuola è più bella senza Mariastella, la scuola costa, l´ignoranza è gratis, Gelmini taglia i capelli. I ministri contestati diventano tre: «Brunetta-Tremonti - Gelmini, giù le mani dai nostri bambini». I papà intonano, come allo stadio: «Gelmini bocciaci tutti». E poi i messaggi dei bambini sullo striscione. La piccola Caterina scrive: «La Gelmini mi fa arrabbiare», un bimbo rappresenta il ministro mentre si mangia un´insalata di maestri. Ci sono gli striscioni di Medicina, Pianoro, Rastignano. Per due ore non si passa da via Rizzoli e via Ugo Bassi. Passano loro, quelli dei cortei e della scritta luminosa in piazza Maggiore «Fermatevi» quando la riforma Gelmini è diventata legge. Quelli che ieri hanno annunciato di aver raccolto solo a Bologna e provincia 23mila moduli di iscrizione «alternativi», dove le famiglie hanno chiesto il tempo pieno con due insegnanti compresenti in classe per quattro ore a settimana.
Quello che il ministero non concederà, visto le ultime direttive che costruiscono l´organico, nelle prime elementari, su 27 ore settimanali. Per questo oggi il maestro Mirco Pieralisi e Marina D´Altri, mamma del movimento, saranno a Roma. A consegnare al capo di dipartimento Giuseppe Cosentino gli scatoloni con i moduli - ribelli (oltre tremila quelli raccolti a Cesena e Parma, 1.500 a Reggio) che arriveranno da tutta Italia. «Dietro ogni modulo c´è l´impegno di tanti genitori. Mostreremo il modello di scuola che le famiglie chiedono. E che non è quello del maestro unico». Ci sono i politici del Pd alla partenza del corteo: il segretario De Maria, la deputata Sandra Zampa. C´è Silvana Mura (Idv), sfila accanto al popolo della scuola l´assessore provinciale Paolo Rebaudengo, che ha appena aperto la vertenza sui tagli. E poi Sandra Soster, segretaria Cgil-Flc, i candidati sindaco Tedde e Monteventi. Flavio Delbono è nelle adesioni alla manifestazione, una lista per la prima volta lunga: dal governatore Errani al neo assessore Sedioli, Milli Virgilio, i presidenti dei quartieri e tanti sindaci e assessori della Provincia. Arriva la solidarietà di Mariangela Bastico, responsabile nazionale scuola del Pd: «Il governo colpisce la qualità delle scuole». Garagnani, deputato Pdl, parla immediatamente di «vergognose manifestazioni». Ma gli insegnanti non replicano. aQuesto non è - dicono- che l´inizio, in un venerdì di gelo, di una calda primavera». Oggi lo striscione bolognese sarà srotolato in viale Trastevere.