Repubblica/Bologna: Giro di vite sui promossi col debito
"Gli stranieri scontano più difficoltà. Inoltre pesa la scarsa considerazione che i genitori hanno della scuola"
Corsi di recupero in luglio e agosto e compiti corretti on line
ILARIA VENTURI
GIRO di vite sui promossi con pagelle «in rosso». Lezioni estive di recupero, compiti corretti on line durante le vacanze, verifiche che suonano quasi come un ritorno al vecchio esame per i rimandati a settembre. La scuola bolognese raccoglie l´allarme lanciato dal direttore dell´ufficio scolastico provinciale Paolo Marcheselli sui diecimila studenti delle superiori bocciati o promossi con debiti formativi. Un´emergenza a cui molti presidi si mostrano sensibili. E la linea «meno vacanze e più studio per chi non va bene a scuola» trova consensi. Per dire basta, dicono in coro dirigenti e insegnanti in linea con le nuove direttive ministeriali, a chi sino ad oggi si è potuto permettere di diplomarsi in un tecnico industriale senza studiare matematica o in un liceo scientifico senza arrivare al sei in fisica.
La ricetta di Ivana Summa, dirigente del Minghetti e vicaria al Righi per quest´anno, è semplice: «La scuola deve essere rigida, dura, deve puntare in alto. Ma al tempo stesso la scuola è tenuta a fare di tutto per recuperare i ragazzi che rimangono indietro».
L´anno scorso al classico di via Nazario Sauro sono partite le prime lezioni di recupero a luglio e ad agosto per gli studenti con materie insufficienti. Un successo. Quest´anno si replica, anche con contratti ad hoc. Nessuno è obbligato ad iscriversi, ma la lettera inviata alle famiglie è convincente. Il Minghetti quest´estate sperimenterà per la prima volta anche la correzione dei compiti on line. Al Righi quindici studenti si sono già iscritti per i primi corsi di recupero a luglio in latino e matematica. «E´ la prima volta, confidiamo in un aumento delle richieste per i corsi in agosto», dice il vice preside. E a settembre, la verifica, che sarà ripetuta a ottobre. «Il dibattito all´interno della nostra scuola è aperto, anche noi stiamo pensando a corsi di recupero prima dell´inizio delle lezioni», dice Giuseppe Lucio Galluzzo, preside del Pacinotti-Pier Crescenzi. «Condivido l´idea di andare a scuola più», dice Domenico Altamura, preside del Fioravanti, da settembre al Righi.
«Poi c´è il problema dei metodi di insegnamento che devono essere rinnovati. Gli insegnanti vanno motivati, come i ragazzi. I giovani docenti sono spesso precari e fanno questo lavoro per tappare un buco, quelli di ruolo sono avanti con gli anni».
Elviana Amati, dirigente del Fermi, è più scettica: «Sarebbe troppo bello se per recuperare i ragazzi bastasse tenerli a scuola! Bene ha fatto il ministro a dare più valore ai debiti, un deterrente può essere quello di chiamare gli studenti prima a settembre, questo sì, ma bisogna verificare la disponibilità dei docenti. Il problema è complesso: i ragazzi hanno una vita molto intensa, lo studio non è più prioritario». L´emergenza non coinvolge solo le superiori. All´istituto comprensivo 6, con fondi privati, fino al 20 luglio vanno avanti laboratori per i ragazzi delle medie. «Gli stranieri scontano più difficoltà. Inoltre pesa la scarsa considerazione che i genitori hanno della scuola, il sapere non è più un bene», dice Giovanni Schiavone. Sandra Soster, ex insegnante, ora sindacalista Cgil, guarda ai numeri: quattro anni fa in Regione i ragazzi che non arrivavano al diploma erano ottomila, oggi sono più di ventimila. «Nei tecnici un ragazzo su tre non arriva in quarta, nei professionali è uno su due. Che fare? Meno precari, formazione dei docenti, scuole meno sole, richiamo forte alla serietà degli studi». Altro tema, la capacità dei docenti. «Come faccio a fare una didattica alternativa all´andare in classe e parlare per due ore se mi mancano le strutture e i laboratori», è la provocazione Bruno Moretto, docente del Sabin. Emilia Mazzacuva, docente di italiano e storia, è una capace di far amare i Promessi Sposi partendo dalle telenovelas viste dai ragazzi: «L´importante è sapersi mettere in discussione, capire la classe, fermare il programma quando necessario e quindi avere attenzione per il recupero che vuol dire