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Repubblica-Bologna-Garagnani: contro la Moratti immotivato fuoco incrociato

LA POLEMICA L'esponente di Forza Italia attacca la Regione e gli enti locali Garagnani: contro la Moratti immotivato fuoco incrociato ...

17/09/2005
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la Repubblica

LA POLEMICA
L'esponente di Forza Italia attacca la Regione e gli enti locali
Garagnani: contro la Moratti immotivato fuoco incrociato


"Lo Stato fa il suo dovere per la scuola emilano-romagnola. Le accuse di Regione e enti locali sono ingiuste". Fabio Garagnani, parlamentare bolognese e capogruppo di Forza Italia in commissione cultura della Camera, convoca una conferenza stampa per rispondere a quello che definisce un immotivato fuoco incrociato basato su dati falsi e frutto di una concezione vetero statalista dell'istruzione. E lo fa a suon di cifre partendo proprio dal punto dolens di quest'anno: le lunghe liste d'attesa per le materne. Solo pochi giorni fa, infatti, alla riapertura della scuole, in Emilia Romagna risultavano esclusi 2300 bambini di cui 502 in provincia e 66 a Bologna. Dell'emergenza l'assessore regionale Mariangela Bastico e i sindaci avevano accusato il Ministro Moratti annunciando manifestazioni. Ma in questo caso, secondo l'azzurro, il motto "la scuola non va, governo ladro", sarebbe quanto mai fuori luogo. "La competenza in materia di scuola materna - chiarisce - non è esclusiva dello Stato ma dal 2003 spetta anche a regioni ed enti locali". E comunque per la sua parte, il Governo si sente con la coscienza a posto. Secondo il Ministero, nel 2004/2005, in Emilia Romagna, la materne statali hanno accolto 45.106 bambini con una lista d'attesa pari a 2317 mentre nelle comunali, i piccoli erano 23.760 di cui 5840 in lista. E adesso l'offerta delle statali è aumentata di 2.404 unità, coprendo, dunque, più posti rispetto all'esubero dell'anno precedente. Quindi, secondo Garagnoli, latitanti sarebbero i comuni che "scaricano sul Governo quello che spetterebbe a loro". E tira in ballo anche l'ipotesi delle convenzioni con i privati. "Una soluzione economica per ridurre le liste che - polemizza - il centrosinistra non adotta per pregiudizio".
Infine, ci tiene a sottolineare che anche sul precariato i dati del Miur smentirebbero le accuse della Cgil scuola. "La percentuale dei docenti non in ruolo è solo del 4,73% ma in pratica sale al 15% perché una grossa fetta di insegnanti a tempo indeterminato fa altro: rappresentanza sindacale, richieste di part-time e cariche elettive negli organi istituzionali". E siccome è impossibile assegnare a due docenti lo stesso posto, conclude il parlamentare "dobbiamo rimpiazzarli con supplenti non di ruolo".
(bruna fattenotte)


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