Repubblica/Bologna: "Con Tremonti 1200 prof in meno" La Cgil lancia l´allarme scuola
Lo scenario in provincia di Sandra Soster della Camera del lavoro. Manzini: sono preoccupata
ILARIA VENTURI
IL maxi decreto Tremonti? «Massacrerà anche l´università e la scuola di Bologna». La Flc-Cgil provinciale ha fatto due conti, simulando gli effetti futuri del nuovo provvedimento del governo nello scenario bolognese: circa 1.200 insegnanti in meno rispetto ad oggi nelle scuole della provincia, tagli su segreterie e bidelli del 40% («non si vede come le scuole potranno funzionare»), il blocco al 20% del turn over in Università: ogni dieci professori al massimo della carriera che usciranno entreranno due ricercatori («è la fine della libertà di scelta e di futuro anche per l´Alma Mater»). A parlare è Sandra Soster, segretaria provinciale del sindacato della scuola e università. E lo fa proprio mentre si attendono i posti sull´organico «di fatto», quelli decisi in base alle reali esigenze della scuola. Lo stesso assessore regionale Paola Manzini mette le mani avanti: «Esprimo viva preoccupazione per l´impatto che avrà la diminuzione del numero degli insegnanti e del personale amministrativo e ausiliario sulla qualità del servizio scolastico in Emilia Romagna, apprezzo tuttavia l´impegno dell´Ufficio regionale per contenere gli effetti di questo provvedimento».
Mentre la Cgil passa all´attacco frontale contro il governo: «Un machete senza precedenti». Per mantenere gli attuali livelli di e far fronte alla crescita continua degli alunni (più tremila studenti da un anno all´altro), calcola Sandra Soster, servirebbero almeno 250 insegnanti in più all´anno. «Altro che tagli - dice - ed è la disperazione, poi, per i circa 5mila precari che sono stati consigliati dal ministro di darsi al turismo». Sempre sulla scuola il sindacato vede nero: «Per i ragazzi bolognesi si prospetta la fine del tempo pieno, il drastico ridimensionamento degli istituti tecnici e professionali, classi di 35-40 alunni con molto meno sostegno per le situazioni di handicap». Capitolo a parte, i bidelli. Sandra Soster protesta: «Contestualmente al taglio viene emanato un maxi bando per aspiranti supplenti bidelli e amministrativi delle scuole. E´ previsto un milione di domande sul piano nazionale: una mole di lavoro burocratico senza precedenti per una prospettiva di lavoro praticamente inesistente». Ma se la scuola piange, l´università, per il sindacato, non ride. «Anche l´Alma Mater potrebbe essere costretta, a fronte dei feroci vincoli imposti e dei tagli spaventosi al suo finanziamento ordinario (meno 500 milioni in tre anni alle università italiane), ad orientarsi a diventare una fondazione privata: tasse universitarie che rispondono solo a logiche di mercato, privatizzazione selvaggia di patrimonio pubblico e dei rapporti di lavoro. Chi finanzierà mai la ricerca, l´unica capace di produrre svolte del pensiero e anche dello sviluppo?».