Repubblica-Bologna-'autunno caldo degli universitari
Università e città Oggi mobilitazione, protesta e raccolta di firme durante la cerimonia di apertura dei corsi della Facoltà L'autunno caldo degli universitari I 120 profess...
Università e città
Oggi mobilitazione, protesta e raccolta di firme durante la cerimonia di apertura dei corsi della Facoltà
L'autunno caldo degli universitari
I 120 professori di lingue aprono l'agitazione con lezioni ed esami sospesi
"Chiederemo al rettore di farsi promotore di una giornata nazionale di lotta anti-riforma"
SI prepara l'autunno caldo degli universitari. E' la facoltà di Lingue ad aprire la protesta dell'Alma Mater contro la riforma Moratti dell'università. Con una giornata di mobilitazione. I centoventi professori della facoltà di via Cartolerie questa mattina alle 10, durante la cerimonia di apertura dei corsi nell'aula absidale di Santa Lucia, informeranno le matricole dello stato di agitazione e cominceranno una raccolta di firme.
In ogni aula di lezione sarà letta la mozione votata all'unanimità dal consiglio di Facoltà contro il disegno di legge delega governativo firmato dal ministro all'Istruzione. A mezzogiorno le lezioni e alcuni esami saranno sospesi per circa un'ora. I docenti, con gli studenti, si presenteranno in rettorato dove si tiene il senato accademico.
"Chiederemo al rettore di farsi promotore di una giornata nazionale di lotta", spiega il preside di Lingue Alberto Destro. "Questo disegno di legge costituisce un attacco gravissimo all'autonomia universitaria e alla ricerca". Una richiesta che verrà da più presidi. "In alcuni atenei hanno rinviato l'inizio dell'anno accademico, proporrò iniziative simili", dichiara Franco Frabboni preside di Scienze della Formazione. "E' preferibile puntare su un'iniziativa assunta dal senato accademico".
I docenti di Lingue, ma la protesta è trasversale a più facoltà, contestano la "totale assenza di discussione e di trasparenza" su una riforma che cambierà volto alle università, a cominciare dallo stato giuridico dei docenti. Nel mirino il nuovo percorso di studi, definito a "Y", che porterà a un primo anno uguale per tutti e a due bienni distinti. "Obbligare gli studenti alla fine del primo anno a una scelta netta non sta in piedi", commenta il professor Destro. Il preside si augura che la protesta si allarghi alle altre facoltà. "Dietro le quinte ci sono vari movimenti che contestano la riforma, per ora siamo i primi a partire, chiediamo a tutti i presidi una azione comune".
Sulla cancellazione del ruolo di ricercatore sono in molti a scuotere la testa. "Se da noi i ricercatori non tenessero più corsi cadrebbero quasi il 50 per cento degli insegnamenti", spiega Destro. Vengono bocciati anche altri punti: l'istituzionalizzazione del precariato, l'abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito, l'assenza della voce ricerca e la scarsità di risorse destinate alle università.
Punti già contestati la scorsa primavera (la facoltà di Scienze della Formazione si fece promotrice di diverse assemblee) che ora vengono ripresi e messi nero su bianco. Per dare vita a un nuovo movimento accademico contro la riforma Moratti.
(il. ve.)