Repubblica/Bologna: Anche in piazza per difendere il tempo pieno
La protesta di comitati, genitori, insegnanti
La protesta di comitati, genitori, insegnanti |
"Anche in piazza per difendere il tempo pieno" |
Oggi alle Zamboni un´assemblea per decidere le iniziative di lotta |
ILARIA VENTURI |
PRONTI a scendere in piazza a difesa del tempo pieno. L´annuncio parte dai comitati per la scuola, genitori e insegnanti insieme.
Dopo la mobilitazione annunciata dai sindacati, si scatena la rivolta contro la decisione di cancellare in tutte le prime classi elementari del prossimo anno il tempo pieno tradizionale. Oggi alle 18, alle scuole Zamboni, ci sarà un´assemblea del Comitato a difesa del tempo pieno che chiama a raccolta le famiglie. «A difesa del tempo pieno abbiamo raccolto 120mila firme, siamo nati contro la Moratti, ora ripartirà la lotta, i genitori sono con noi», annuncia Marzia Mascagni del Comitato. Lunedì sarà assemblea sindacale dei Confederali sugli organici della scuola primaria. «Il nostro è un invito immediato alla mobilitazione», dichiara Mirco Pieralisi, insegnante e voce del Comitato per la «buona scuola della Repubblica» che ha raccolto 18.600 firme a Bologna sulla legge di iniziativa popolare che prevede, tra l´altro, la difesa del tempo pieno. «Dovevamo aspettare il governo di centrosinistra per vedere messe in pratica le proposte della Moratti per affossare la scuola pubblica, che delusione», tuonano i Cobas. Anche i dirigenti scolastici rispediscono al mittente la proposta, emersa durante la trattativa sindacale con l´ufficio scolastico provinciale. I tagli degli organici e l´aumento di 509 bambini alle elementari ha portato all´ipotesi di cancellare nelle prime il modello di due insegnanti per ogni classe con ore di compresenza. Al posto del tempo pieno tradizionale si tenterà di garantire 40 ore di tempo scuola con tre maestri per due classi e ore coperte da insegnanti «risparmiati» dall´annullamento delle compresenze o dall´insegnamento dell´inglese. «Una situazione assurda, a maggio scorso il ministro Fioroni aveva lanciato segnali importanti, ora si fa macchina indietro tutta», dichiara Lamberto Montanari, presidente dell´associazione nazionale presidi, sezione di Bologna. «Ai genitori delle nuove prime abbiamo detto che le classi a tempo pieno già presenti sarebbero state garantite. Ora non si può tornare indietro». «Lo smantellamento del tempo pieno sarebbe un grave errore, l´ipotesi delle 40 ore garantite con meno insegnanti e spezzoni di ore risulta difficilmente praticabile», commenta Aldo Schiavone del Collegio dei dirigenti bolognesi e preside dell´istituto comprensivo alla Barca. |