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Repubblica/Bologna: Alunni e maestri nelle classi come in trincea

Le maestre allargano le braccia: «E´ un delirio». La scuola è iniziata da un mese. Ma come? «Male», ribattono docenti e famiglie

09/10/2009
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la Repubblica

Ilaria Venturi
IN una prima a tempo pieno delle Don Milani i bambini hanno una sola maestra «fissa». L´altra, in maternità, lavora solo al venerdì pomeriggio. Così dal lunedì al giovedì c´è la supplente. Poi siccome la maestra «fissa» è stata messa a fare inglese in altre tre classi, dove mancava l´insegnante specializzata, i piccoli vedono arrivare in aula altre due maestre al martedì e al giovedì pomeriggio.
Immaginate le loro facce al loro primo anno di scuola. E quelle dei loro genitori, infuriati. Le maestre allargano le braccia: «E´ un delirio». La scuola è iniziata da un mese. Ma come? «Male», ribattono docenti e famiglie. Sintetizza Romana Veronesi, insegnante alle elementari Scandellara: «La sensazione che proviamo, ogni giorno, è quella di essere in trincea». Dai soldi tirati fuori dai genitori anche per il collegamento Internet - succede alle medie Zanotti e alle elementari Albertazzi - alla girandola di insegnanti in quasi tutte le classi.
C´è di tutto, grandi e piccoli disagi causati dai tagli. Non a caso alla rotonda di via Marco Polo l´altro giorno è apparso lo striscione: «La scuola non è in vendita».
Le segnalazioni dei genitori si moltiplicano. Alle elementari Drusiani il dilemma è: far fare informatica a tutti o recuperare quelli che rimangono indietro? Perché sono saltate le ore di «compresenza», quindi una insegnante è sempre da sola ed è difficile far entrare 22 bambini in un laboratorio con dieci computer o dividere la classe per aiutare chi non ha capito. «Non è che nel frattempo i bambini in difficoltà sono spariti», fa notare un´insegnante. Così l´informatica si fa una volta ogni quindici giorni, anche meno se la si baratta con un´uscita al museo. Ufficialmente tutte le ore (non le classi) sono state concesse, ma chiedendo straordinario ai docenti e ai precari, utilizzando le compresenze. La direttiva (e le pressioni) dall´alto sui presidi - e per questo a cascata pochi insegnanti sono disponibili a parlare con nome - sono chiare: risolvete i problemi, ma non un docente in più. Così i buchi sono stati tappati ma al prezzo della qualità della scuola. In un equilibrio precarissimo. Perché non ci sono soldi per le supplenze. «Mia figlia, che è in terza, non ha ancora l´insegnante di inglese e mio figlio, in quarta, ha avuto per due settimane la maestra di italiano ammalata e la classe è stata divisa per sette giorni su dieci nelle altre classi, gli ultimi due giorni è stata assegnata una supplente. Se le insegnanti si ammalano contemporaneamente senza supplenti si dovrà, immagino, chiudere la scuola. «, è la testimonianza di Marina D´Altri, mamma alle elementari Cremonini Ongaro. Alle medie Zanotti, racconta il presidente del consiglio di Istituto Luca Valenziano, le tre prime sono da 26 e 27 alunni, con un disabile in ciascuna classe. «Questi tagli colpiscono l´educazione dei nostri figli. Ma se si continua così come sarà l´anno prossimo?». Molto peggio.


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