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Repubblica/Bologna: A due settimane dalle elezioni: ci vogliono i seggi

All´Ateneo il Tar boccia la votazione telematica Diecimila studenti per le vie del centro senza la tentazione del "fughino"

11/10/2008
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la Repubblica

Un lungo serpentone anti-Gelmini

E durante la notte bianca, negli istituti aperti, Vito farà il maestro unico
ALESSANDRO CORI

E´ LA novità tecnica delle elezioni per il rinnovo degli organi accademici: un sistema elettronico per votare da qualsiasi postazione Internet, in ufficio o a casa. Non si può, ci vogliono i seggi. A dirlo è il Tar a meno di due settimane dal voto, fissato per il 23 ottobre. Il ricorso è stato presentato dallo studio di Ugo Ruffolo, l´avvocato dei «consumatori», ordinario di diritto civile all´Alma Mater, a firma di docenti, tra cui Carlo Cipolli, di amministrativi, tra cui Antonella Zago e Francesco Lopriore di Unità di base, e da uno studente. Ieri l´altro il Tar dell´Emilia Romagna ha concesso la sospensiva accogliendo l´istanza dei ricorrenti presentata a tutela della segretezza e della libertà di voto. I giudici ritengono «ragionevole limitare la possibilità di esprimere il voto dai seggi elettorali predisposti e controllati presso le sedi universitarie». L´Ateneo presenterà ricorso al Consiglio di Stato. La data delle elezioni dunque, per ora, non slitta. «Siamo fiduciosi che vengano riconosciute le nostre ragioni per andare serenamente al voto, come da programma», annuncia il prorettore Marco Depolo. Sul ricorso l´avvocato Ruffolo commenta: «Non c´è niente di male a informatizzare le elezioni, c´è molto di male se l´informatizzazione fa perdere la segretezza e la libertà di voto». I ricorrenti esultano. «E´ una vittoria della democrazia», dice Zago. Anche Cantelli Forti, membro del Cda, interviene: «Non si capisce perché non si sia utilizzato il sistema del Cineca che garantisce i seggi». Il prorettore replica: «Non bastavano le resistenze alla profonda azione di autoriforma e innovazione portata avanti. Ora anche la decisione del Tar. Noi restiamo convinti che la moderna procedura di voto elettronico di cui ci siamo dotati garantisca la segretezza del voto, oltre a favorire la partecipazione elettorale».
(il.ve.) Nonostante le tentazioni che si materializzavano lungo il percorso del corteo, come il mercato della Montagnola e la mattinata baciata dal sole, anche sotto le Due torri gli studenti medi hanno fatto sentire la loro voce sfilando per le vie del centro. Erano oltre 10 mila i ragazzi delle scuole superiori che ieri hanno protestato contro il decreto Gelmini. È stato un corteo chiassoso e un po´ indisciplinato, per molti giovanissimi la prima manifestazione, ma questo non ha impedito di gridare la rabbia per «non essere stati considerati» nel percorso che ha portato alla nuova riforma scolastica. Riforma: «Che è passata sopra le nostre teste», spiegano gli studenti. Con loro anche qualche professore e i ragazzi dei collettivi universitari Cua, Aut-Of e Spazio sociale.
I liceali si sono ritrovati alle 9 in piazza San Francesco e alcuni studenti, soprattutto quelli del primo anno, prima di decidere se partecipare o meno si sono consultati via cellulare con i propri genitori. Dopo una falsa partenza per via Ugo Bassi, il «serpentone» anti-Gelmini rimesso «in riga» dalla polizia e dagli organizzatori ha ripreso la strada giusta, scendendo a passo sostenuto per via Marconi. L´aria che si respirava era quella di una grande festa, con striscioni, musica a tutto volume e slogan. «La cultura costa troppo, proviamo con l´ignoranza», «Liberiamo la scuola, liberiamo i cittadini, liberiamoci dalla Gelmini», questi alcuni degli striscioni di apertura del corteo. E ancora, quelli delle rappresentanze delle singole scuole, come il liceo scientifico Copernico. «Anche il ?Cope´ per la scuola» recita il loro striscione mentre Giacomo, uno degli organizzatori, spiega: «Questa mattina le scuole sono quasi vuote. Solo del Copernico sono circa 600». Al grido di «vogliamo cultura, Gelmini spazzatura» i ragazzi hanno poi svoltato per via dei Mille e proseguito fino a via Indipendenza. Al contatto con la Piazzola, dalle casse del camioncino di testa è arrivato un messaggio perentorio: «Chi va in Montagnola appoggia la Gelmini». Segnale per far capire ai ragazzi che la manifestazione doveva proseguire fino in piazza Maggiore e che non era solo un pretesto per saltare un giorno di scuola. Un cordone umano di studenti ha così bloccato l´accesso a via Irnerio e guidato il resto della folla verso piazza Maggiore.
Dopo circa due ore dalla partenza i ragazzi hanno terminato la loro giornata di protesta sotto al Nettuno, dove hanno messo in piedi un vero e proprio comizio. Gli studenti infine si sono dati appuntamento per oggi (alle 16) al «Vag 61», per organizzare la mobilitazione dei prossimi giorni, anche in vista della «notte bianca delle scuole» del 15 ottobre. Intanto, nel corso della «notte bianca per la scuola», il 15, con gli istituti aperti dal pomeriggio alla sera, Vito farà il maestro unico e altri artisti come Matteo Belli gireranno nelle scuole con cortei-parate.

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