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Repubblica/bari: Università telematiche denunce in Parlamento

se ne sta occupando anche la Cgil che ha preparato un vero e proprio dossier

09/10/2008
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la Repubblica

L´ex ministro Mussi: io le avevo tagliate

GIULIANO FOSCHINI

Il caso delle università telematiche sbarca in Parlamento. Il deputato del Partito democratico, Dario Ginefra, presenterà nelle prossime ore un´interrogazione al ministro dell´Università, Mariastella Gelmini, chiedendo chiarimenti e spiegazioni sul prolificarsi delle lauree on line. Il caso è stato denunciato nei giorni scorsi da Repubblica ed è finito ieri nel fascicolo della procura di Bari sugli scandali universitari. A oggi sono infatti undici le università telematiche in Italia, la maggior parte delle quali autorizzate dall´ex ministro Letizia Moratti quando l´allora governo Berlusconi aveva già perso le lezioni. Un colpo di mano che ora sta dando i primi effetti: secondo gli ultimi dati del ministero, gli iscritti alle università telematiche sono 13mila, il doppio rispetto all´anno scorso. Una crescita esponenziale che allarma anche i rettori, a partire da quello di Bari, Corrado Petrocelli, che ha chiesto al ministero controlli e garanzie. Soltanto a Bari, infatti, sono stati appena aperti cinque uffici di corrispondenza di questi atenei: si tratta di sedi dove, per legge, non è possibile sostenere esami.

Le università telematiche hanno ripreso vigore quest´anno: la E-Campus, stesso proprietario del Cepu, ha lanciato una campagna di comunicazione a tappeto proponendo pacchetti unici e tasse universitarie variabili proprio con la collaborazione del Cepu. Stessa cosa ha fatto Unisu, ateneo vicino a Universitalia. La concentrazione della pubblicità in questi mesi non è casuale. L´anno scorso la maggior parte delle università telematiche ha rischiato di chiudere. L´ex ministro dell´università, Fabio Mussi, aveva preparato un decreto per la ridefinizione dei requisiti minimi degli atenei: tra le altre cose era previsto un numero minimo di docenti di ruolo, quando la maggior parte delle telematiche ne hanno uno o due al massimo. Il decreto, approvato dal consiglio dei ministri, era al Consiglio di Stato per il visto definitivo quando è caduto il governo. «Ora, chissà che fine ha fatto» fa sapere lo stesso Mussi. «Ce lo dirà il ministro Gelmini rispondendo all´interrogazione» incalza l´onorevole Ginefra. Del caso telematiche se ne sta occupando anche la Cgil che ha preparato un vero e proprio dossier. «Il fenomeno è assai preoccupante - spiega Mimmo Pantaleo, ex segretario pugliese oggi responsabile nazionale del settore scuola del sindacato - Anche perché queste università fungono da diplomifici per i docenti: bandiscono i concorsi, fanno prendere le idoneità ai professori, e poi fanno in modo che le università pubbliche li chiamino». La Unimarconi, per esempio, negli ultimi anni ha bandito 55 concorsi: ha assunto però soltanto sette professori.


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