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Repubblica/Bari: Un club degli atenei migliori Puglia esclusa, Bari insorge

Il rettore Petrocelli: "Ma chi valuta la qualità?"

18/03/2008
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la Repubblica

RAFFAELE LORUSSO

Il club degli Atenei migliori? «È un fatto gravissimo». Corrado Petrocelli non ci sta. Il rettore dell´Università di Bari reagisce indignato alla nascita di Aquis, l´Associazione degli atenei d´elite, costituita a Bologna da dodici università italiane che rispondono a particolari requisiti di qualità quali uso dei fondi, dimensioni e reputazione internazionale.
Ad insorgere, però, è tutto il sistema universitario pugliese. In un documento congiunto, infatti, i rettori delle cinque università di Puglia contestano i metodi di valutazione della qualità. «Deve basarsi - si legge nella nota - su criteri oggettivi e soprattutto condivisi. Non è pensabile che possano assumersi, come sacri riferimenti, improbabili classifiche stilate da questo o quel soggetto straniero (anche se si tratta di autorevoli quotidiani) e meno che mai è tollerabile che siano alcune università a decidere quali Atenei possano far parte del "club dei migliori" e quali dovrebbero essere considerati di serie inferiore. Al contrario la valutazione deve essere affidata a soggetti terzi e bisogna tener conto di alcuni fattori determinanti, a cominciare soprattutto dal contesto in cui opera (non per sua scelta) ciascun Ateneo».
L´obiettivo di Aquis è far rimanere competitive le università italiane con quelle straniere, ma anche avere un effetto trainante su tutto il sistema. In particolare, i cosiddetti Atenei virtuosi chiedono al governo che verrà di istituire meccanismi che premino le università migliori. Quelle, cioè, che utilizzano meglio i soldi ricevuti dallo Stato. A promuovere Aquis sono stati la Politecnica delle Marche, Bologna, Calabria, Ferrara, Milano-Bicocca, Politecnico di Milano, Modena e Reggio Emilia, Padova, Roma Tor Vergata, Politecnico di Torino, Trento e Verona. Altri sette Atenei sono stati invitati a partecipare all´associazione. Fra questi, c´è anche quello di Lecce.
L´università di Lecce ha però sottoscritto il documento con il Politecnico di Bari e gli Atenei Foggia, Bari e Lum di Casamassima. «Produrre ricerca di qualità e raggiungere eccellenze in un contesto dove latitano partners forti e finanziamenti congrui, dove il Pil è nettamente inferiore alla media nazionale e il tasso di disoccupazione è assai più elevato che altrove - sottolineano i cinque rettori delle università pugliesi - è infatti conquista degna del massimo apprezzamento». A cambiare, però, deve essere il sistema di valutazione. «I risultati ottenuti - si rileva nel documento - vanno considerati per quanto si produce in ogni settore: ricerca, ma anche formazione, governance, etica, piani di sviluppo». La richiesta è giudicare e finanziare i comportamenti virtuosi non secondo meccanismi di concorrenza selvaggia. «Per questa ragione - conclude il documento - gli atenei pugliesi hanno scelto da tempo la strada delle cooperazione, in un rapporto coordinato con enti locali e mondo produttivo».


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