Il grembiulino obbligatorio potrebbe essere l´ultimo dei problemi. Quello che spaventa sono i tagli previsti dal decreto legge approvato dal Parlamento. Rischiano di chiudere quattromila scuole in Italia, di cui 379 in Puglia. Chiuderebbero i battenti, o nella migliore delle ipotesi verrebbero accorpate, quelle strutture scolastiche che sono sotto dimensionate, e cioè che hanno meno di 500 alunni iscritti. «A Bari e in provincia sono 72 le scuole che potrebbero chiudere - dice Lena Gissi, segretario provinciale Cisl scuola - e il dato è peggiore di quello che pensavo. Avremo grossi problemi per garantire il diritto allo studio, perché la soppressione di un numero così elevato di scuole non ha niente a che fare con la riorganizzazione della rete scolastica. E´ solo una macelleria numerica funzionale alla riduzione delle docenze e dirigenze».
I sindaci non possono fare nulla? «I sindaci devono e hanno il dovere di ribellarsi - ha detto la Gissi - perché cadrà sulle loro spalle il costo dei trasporti verso la sede centrale delle scuole accorpate». Il dato più preoccupante è quello di Bari, dove chiuderebbero o sarebbero accorpate più di 15 scuole. A Molfetta ne rimarrebbero tre su cinque, a Gravina due su quattro. «In Puglia ne abbiamo oltre trecento - spiega Lucrezia Stellacci, direttore dell´ufficio scolastico regionale - L´elenco completo ci è stato spedito qualche giorno fa dal ministero della Pubblica istruzione». I tagli obbligatori che compaiono nel testo del decreto appena approvato, saranno effettuati nell´arco di tre anni. Ma non sembra essere una consolazione se si pensa a quante cattedre e dirigenze verrebbero meno. «Non è ancora niente di definito - ha detto la Stellacci - adesso bisognerà studiare gli elenchi delle scuole pugliesi sotto dimensionate e cercare la soluzione migliore».
Le sorti delle 379 scuole pugliesi sono in mano al ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini, che entro 45 giorni elaborerà un piano per raggiungere gli obiettivi. «Gli interventi che ci saranno consigliati - ha detto la Stellacci - poi si tradurranno in regolamenti». Ma lo sconforto arriva anche dalla Regione. «Penso a quei piccoli presìdi di provincia - dice Domenico Lomelo, assessore regionale al diritto allo Studio - come Poggiorsini, per esempio, che ha una scuola composta più o meno da 200 alunni. Dovranno spostarsi ogni mattina in un altro paese perché il loro edificio scolastico è stato accorpato in quello di un Comune più grande?». Le uniche strutture scolastiche che resisteranno alla mannaia dei tagli sono quelle con più di 500 studenti. Il 2008 è stato un anno nero per le scuole del sud: negli ultimi mesi sono state tagliate anche oltre 1400 cattedre su tutto il territorio.
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