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Repubblica/bari: Solo la scuola pubblica può certificare l´obbligo

Pronto l´accordo tra la Regione e la direzione pugliese

03/03/2007
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la Repubblica

Novità per i ragazzi che frequentano un corso di istruzione professionale

ANNA GRITTANI

Solo la scuola potrà certificare l´assolvimento dell´obbligo all´istruzione, anche se i ragazzi frequentano un corso di istruzione e formazione professionale. La novità è emersa ieri nel corso di un convegno organizzato a Bari dalla Flc-Cgil della Puglia e dall´associazione Proteo Fare Sapere proprio sul tema del "Diritto all´istruzione con l´obbligo scolastico a 16 anni".
È stata già stilata dalla Regione una bozza di accordo che nei prossimi giorni sarà firmata da Lucrezia Stellacci, direttore dell´Ufficio scolastico regionale per la Puglia. Un documento presentato dall´assessore Marco Barbieri che fa chiarezza su una questione po´ confusa, restituendo alla scuola la titolarità su una materia di sua stretta competenza come l´assolvimento dell´obbligo.
Con il nuovo governo, infatti, i ragazzi per legge devono restare in classe fino all´età di sedici anni. Se sono iscritti ad un istituto superiore, è chiaro che sia questo ad attestare l´adempimento dell´obbligo. Il problema si pone invece per quei ragazzi che scelgono di seguire i percorsi di istruzione e formazione (istituiti a suo tempo dalla Moratti), che prevedono una pacchetto di ore svolto a scuola, un altro in un corso professionale organizzato per conto della Regione da enti accreditati. Grazie al nuovo accordo, saranno le scuole ricevere i fondi e a stipulare le convenzioni con gli enti, capovolgendo il meccanismo valido fino ad oggi, secondo il quale era l´ente organizzatore del corso a cercare la scuola partner. La scuola così sarà completamente responsabile dell´intero percorso, e alla fine certificherà l´assolvimento dell´obbligo. Perfettamente d´accordo i vertici del sindacato pugliese: "Questo cambiamento", ha commentato il numero uno della Flc regionale Paolo Peluso, "è importante perché restituisce alla scuola il proprio ruolo, per questo abbiamo chiesto di poter seguire tutte le fasi dell´accordo".
Resta invece ancora ignoto il numero dei ragazzi che hanno deciso di abbandonare gli studi, non iscrivendosi al prossimo anno scolastico. "Solo la metà dei dirigenti" dice Peluso "hanno comunicato i dati delle iscrizioni. Se non conosciamo per tempo la portata del fenomeno non possiamo pianificare nessun intervento".


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