Repubblica/Bari: Se la scuola fa gli esami
Michele Mirabella
Gli esami di riparazione sono appena finiti e già si parla di riformarli. Cominciano con il nome. E mica la ministra si accontenta della sostanza! Com´è norma del suo premier, l´apparenza è tutto. Siamo in grado di anticipare un paio di novità. Dalla Puglia viene la proposta di chiamare gli esami "Pezza a colore". Come tutti sanno era così designato il rimedio di una situazione compromessa adottato in modo che non si apprezzasse il danno. "Riciclo" è la proposta che viene dalla solida Brescia dove sono fortissimi nel ramo. Ma considerare gli alunni reticenti agli studi al rango di mondezza non convince persino la Gelmini. Credo che resisterà il bancario "Recupero crediti" così affine alla sensibilità dell´attuale maggioranza. Comunque, io ho ancora da risolvere i compiti per le vacanze. E corro il rischio di dover ripetere l´anno anche per l´insufficienza in una sola materia.
Problema: sapendo che nella scuola pubblica ci sono un tot di classi, se si aumenta di uno il numero massimo degli alunni previsti per ogni classe, sappiamo che diminuiscono nella misura di 19.000 unità. Il candidato calcoli quante erano inizialmente le classi, sapendo che il numero totale degli applicati di segreteria è ricavabile dalla norma ministeriale che vuole un applicato di segreteria per ogni duecentoventuno alunni.
Il candidato calcoli anche quanti sono in totale gli alunni, quanto risparmierà lo stato, quanti grafici Berlusconi porterà da Vespa, a quanto ammonterà la spesa per ogni banco riciclato da aggiungere nelle aule, quanti ore, minuti e secondi in totale imprecheranno i professori rimasti disoccupati, calcolando che un´imprecazione media dura sei secondi netti, quante caramelle per la gola in più saranno assunte dalle professoresse di matematica per sgolarsi con un alunno soprannumerario.
Il candidato dovrà anche calcolare a quanto ammonterà per il decennio prossimo l´incremento delle rette delle scuole private." Con questo semplice esercizio di matematica si potrà rispondere agli interrogativi di tutti coloro che insistono nel preoccuparsi delle sorti della Scuola pubblica, milioni di cittadini. A preoccuparsi della scuola privata sono pochissimi, ma contano infinitamente di più e decidono e comandano, come tutti sanno. Quanto al cacciare i bidelli, non c´è alcun problema, ma solo un semplice esercizio di composizione in bello stile.
Tema: scriva il candidato le sue considerazioni sulla figura del bidello raccontando le sue esperienze, indicando le funzioni che vorrebbe aggiungere al suo lavoro quotidiano, se, per esempio, non ritenga di farsi portare a casa in braccio, se non sia necessario che si inaugurino turni di notte, se non debba egli laurearsi alla Bocconi o in altra università privata prima di affrontare il delicato compito di accudire quel che resterà delle scuole.
Descriva, inoltre, il candidato, il bidello che è più a portata di mano o pernacchie o cancellino. Infine si vuole sapere se non ritengano gli studenti di sostituire i bidelli con "veline" o "letterine" o similari da scegliere con concorso collegato alla vendita di merendine.
Tra coloro che consegneranno il problema e il tema nelle prime quattro ore saranno sorteggiati tre buoni per un corso di diploma in prestigiosi istituti privati dove se vuoi studiare è affar tuo, le interrogazioni sono sostituite da quiz a premio e i bidelli sono spariti per far posto a scamiciate vallette sponsorizzate. Svolgimento." Giù le mani dai bidelli!".
Che il grido si aggiri, se non per l´Europa, almeno per l´Italia. Anche perché in Europa la benemerita categoria non sembra correre rischi. Giù le mani da questi amici di tutte le infanzie e adolescenze, e giovinezze esitanti nelle aule scolastiche. Da noi, invece, i rischi ci sono, e come! Nella difficilissima situazione della nostra economia, evidentemente, sono stati considerati un lusso, un ramo secco, una corporazione superflua.
Il ministro Tremonti, quello con la faccia dello studente che, per quanto sgobbi sui libri, non arriva a capire la lezione, deve aver suggerito alla signora Ministra, quella con la faccia di chi la lezione l´ha capita benissimo, ma non gliene importa niente perché, tanto, ha il babbo ricco, di alleggerire il bilancio della scuola pubblica potandone l´albero fino a farlo rinsecchire. E, con gli ottantasettemila insegnanti che saranno cacciati o obbligati a fare le guide turistiche e a vendere le pentole sugli autobus dei gitanti, quanti bidelli subiranno la stessa sorte? Quanti saranno resi superflui?
Il bidello vacilla, la preziosa funzione messa in dubbio, la figura vilipesa. In tanti, di certo si batteranno per salvare, con la scuola pubblica, il posto di lavoro ai professori, io mi batterò per i bidelli. Giù le mani dai bidelli.