Lomelo annuncia battaglia: "Bloccheremo il piano"
La Regione ha allo studio gli accorpamenti, saranno pronti l´anno prossimo: ma non con spirito ragionieristico
CAMILLA POVIA
Se le scuole pugliesi sono 926, sotto la mannaia del taglio inserito nel decreto legge del governo, potrebbero caderne più del 20 per cento. In provincia di Brindisi, sono 20 le scuole sottodimensionate su un totale di 92. Nel Foggiano ce ne sono 49 su un totale di 172. In provincia di Lecce sono 45 su 183 e in provincia di Taranto sono 25 su 132. In provincia di Bari, invece, si registra il dato più alto: 76.
«Non approveremo mai un piano che ci mette nella condizione di chiudere più di trecento scuole - ha detto Domenico Lomelo, assessore regionale al Diritto allo studio - al massimo verificheremo qual è il giusto equilibrio». Linea dura contro l´effetto dei tagli? «Semplicemente una linea che ragiona col territorio - ha continuato l´assessore Lomelo - e con le persone in carne e ossa. Se loro mi tolgono un istituto, io ne sdoppio uno sovradimensionato. E qui da noi, in Puglia, ce ne sono tantissimi». Sono diversi gli istituti che contano più di mille studenti e sono soprattutto i licei. E negli anni passati, nel piano regionale di ridimensionamento della rete scolastica, non è mai comparsa la chiusura di una scuola.
«Se l´anno scorso è capitato che accorpassimo qualche istituto - ha continuato l´assessore - era perché poi per bilanciare ne avremmo sdoppiato uno più grande. Francamente non capisco questa furia «alla Attila» nel tagliare le strutture scolastiche italiane. L´istruzione non la si fa con la ragioneria, non si decide a tavolino quanti edifici devono chiudere solo perché hanno meno di 500 studenti. Bisogna tenere conto di diversi fattori, tra cui il rapporto con il territorio».
Il piano regionale di ridimensionamento della rete scolastica sarà pronto entro dicembre. In questi giorni sarà elaborato e prima del 2009 sarà approvato. Ma l´assessore lascia intendere senza neanche tanti dubbi che non vi sarà spazio per alcun taglio. Al massimo, se si sarà costretti a farlo, si divideranno alcuni istituti. La proposta del ministro Gelmini non è ancora diventata legge ma nel mondo scolastico pugliese è già caos. Anche perché, al numero di per sé già così vasto di scuole a rischio chiusura, vanno aggiunti anche i plessi e i presìdi, quelle realtà scolastiche molto piccole che non hanno una propria dirigenza ma che sono annesse alla sede centrale.
«Non si può pensare che con un colpo di bacchetta magica si possano chiudere i plessi pugliesi - ha confermato Ruggero Francavilla, vice direttore dell´Ufficio scolastico regionale - perché qui da noi ne avremo diverse migliaia. Deve essere il Comune a scegliere perché poi sarà suo compito quello di garantire il trasporto degli studenti verso un´altra sede, lontana dalla precedente». I tagli, sempre il decreto legge verrà approvato nei tempi previsti, saranno distribuiti nell´arco dei tre anni, cercando di accorpare gli istituti o addirittura di eliminarli.
«L´anno prossimo ci sarà un avvio molto leggero - ha detto Francavilla - poi con il passare dei mesi saranno effettivi tutti i provvedimenti che nei prossimi giorni ci darà il ministero». Tra qualche settimana ci sarà anche una conferenza tra stato, regioni e comuni per decidere le linee guida del progetto tagli. «La Finanziaria prevede il coinvolgimento della rappresentanza dei comuni e delle province - ha continuato Francavilla - e in questo senso, per evitare grossi tagli che poi si ripercuoterebbero sul sistema scuola della Puglia, l´Anci o l´Upi possono fare molto». Perplessità arrivano anche dalla Cgil Puglia.
«In verità dietro l´obiettivo di ridurre il numero delle scuole autonome quando gli alunni iscritti risultino al di sotto di 500 - ha scritto in una nota Paolo Peluso, segretario generale Flc Cgil Puglia - si nasconde un altro obiettivo ben più drammatico, quello di ridurre drasticamente il personale dirigente, docente e ata».
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