Repubblica-Bari-Scuola, sperimentazione dall'alto ecco un esempio da non seguire
Scuola, sperimentazione dall'alto ecco un esempio da non seguire Il caso del Marconi mi è parso tanto grave da indurmi a presentare un'interrogazione in Parlamento: viene infatti seria...
Scuola, sperimentazione dall'alto ecco un esempio da non seguire
Il caso del Marconi mi è parso tanto grave da indurmi a presentare un'interrogazione in Parlamento: viene infatti seriamente lesa la democrazia negli istituti scolastici
ALBA SASSO
Anche le scuole pugliesi fungeranno da laboratorio per la riforma Moratti: in quindici istituti della nostra regione saranno sperimentati percorsi di "nuovi modelli nel sistema di istruzione e formazione", sulla base di un protocollo d'intesa stipulato fra il ministero dell'Istruzione e cinque regioni. Tutto a posto, tutto in ordine per i fautori di un avviamento alla formazione professionale che, secondo questo progetto, dovrebbe ridurre il rischio di dispersione e aumentare le opportunità di inserimento nel mercato del lavoro.
Eppure, tutto a posto non è. Innanzi tutto, perché mi sembra un pesante ritorno indietro pretendere che l'obbligo scolastico possa essere assolto non in una scuola, ma in una struttura di formazione professionale. Poi, perché questo provvedimento, creando percorsi differenziati e separati, rischia di attribuire alla stessa formazione professionale compiti che non le sono propri, sminuendone ruolo e funzione, senza peraltro essere realmente in grado di ridurre il fenomeno della dispersione. Tanto più che tutto questo avviene ad anno scolastico ormai cominciato.
Ma quali procedure sono state seguite per individuare i quindici istituti in cui è stata avviata la sperimentazione? Uno per tutti, il caso dell'Istituto Marconi, che compare fra gli istituti partner del soggetto attuativo della formazione professionale. L'adesione al progetto è stata avanzata, a quanto pare di capire, per volontà del preside, una volontà non supportata da nessuna decisone espressa dal corpo docente. Il Collegio dei docenti, chiamato a deliberare nel merito, ha infatti espresso parere contrario prima con una votazione per alzata di mano e poi con un voto a scrutinio segreto. Solo successivamente alla prima votazione contraria del Collegio dei Docenti il preside si è premurato di riunire il Consiglio d'istituto, che ha dato il proprio parere favorevole alla partecipazione alla sperimentazione: un parere poi smentito dal secondo voto contrario del Collegio dei docenti.
Vale la pena di ricordare che il Collegio dei docenti è sovrano nelle questioni relative alla didattica: il parere del Consiglio d'istituto può intervenire solo come successivo all'assenso del Collegio e, per di più, può riguardare solo questioni di natura organizzativa.
Il caso del Marconi mi è parso grave, così da indurmi a presentare un'interrogazione in Parlamento: viene infatti, a mio modo di vedere, seriamente lesa la democrazia all'interno degli istituti scolastici, viene messo in crisi il corretto e trasparente funzionamento degli organismi democratici di rappresentanza. La vicenda è preoccupante perché rappresenta una spia dei condizionamenti politici che possono essere intervenuti nella presentazione e nella selezione dei progetti presentati dalle scuole. Appare legittimo chiedersi, infatti, quali verifiche l'Ufficio scolastico regionale abbia compiuto sulla documentazione allegata da tutte le altre scuole che hanno presentato domanda di ammissione alla sperimentazione.
deputato ds