Repubblica/Bari: Scuola, evasione di massa svaniti oltre 12 mila alunni
Preoccupanti dati degli istituti della provincia di Bari sull´obbligo di frequenza Record nei professionali, il 34% degli iscritti
Boom di richieste di lavoro per chi è senza alcun titolo di studio
ANNA GRITTANI
Nell´anno appena trascorso 12.400 ragazzi della provincia di Bari, dalle elementari alla secondaria, hanno abbandonato la scuola prima di concludere la seconda superiore, di questi 4266 (il 34,4 per cento del totale generale) erano iscritti alle scuole professionali per le quali costituivano il 43,68 per cento della popolazione scolastica. L´Unione Europea pretende dall´Italia che il tasso di dispersione scolastica scenda di 10 punti entro il 2010. A quattro anni dalla fatidica scadenza, il traguardo sembra per Bari più lontano che mai, perché se sono 12.400 (ben il 6,8 per cento della popolazione scolastica dell´obbligo) i ragazzi che non assolvono all´obbligo scolastico, chi si perde per strada prima del diploma fa parte di un esercito ben più numeroso: 18.820 alunni, di questi 2173 sono gli studenti che abbandonano gli studi, mentre 16.647 sono contati tra coloro che si ritirano formalmente (o che frequentano in modo irregolare), i ripetenti e i non ammessi. A quale futuro sono destinati tutti questi dispersi? Finire nel circuito della devianza minorile, oppure essere tra i fortunati assunti da un´azienda senza titolo di studio.
Secondo una rilevazione del Centro per l´impiego dell´area di Bari (relativa al 2004), che ha tradotto in percentuali le richieste aziendali per titolo di studio, il 65,3% delle assunzioni sembra indirizzato proprio a chi non possiede nessun titolo. Il 20,5 per cento premia chi ha un diploma, il 7 per cento delle richieste riguarda i laureati, il 4,7 chi ha solo la licenza media, ma ancor meno (il 2,3%) chi ha una qualifica professionale e pochissimo (lo 0,3%) chi può vantare nel curriculum la sola esperienza professionale. Tra i laureati i prescelti dalle aziende sono gli ingegneri, mentre i più trascurati i laureati nelle materie umanistiche. Certo il mercato del lavoro non è fatto solo di aziende private, e questo è vero soprattutto a Bari dove le industrie sono sempre meno, ma il dato fa porre soprattutto una domanda: quale deve essere il ruolo della scuola e che senso può avere la licealizzazione tanto sbandierata dal ministro Moratti?
Dati e domande sono emersi ieri nel corso di un convegno promosso dalla Cisl scuola di Bari ad Alberobello, intitolato "Obiettivo scuola. Sistema istruzione-formazione: scelte, strategie, attori". I dati sulla dispersione provengono da un´indagine dell´Ufficio II della Direzione scolastica regionale e si riferiscono all´ultimo anno scolastico utile per questa rilevazione, il 2004-2005. Scorrendo i numeri si scopre che, a parte il primato dei professionali, i dispersi nel primo biennio degli istituti tecnici sono 3071, 738 nei licei classici scientifici e pedagogici e 385 negli artistici.
Dati altrettanto sconcertanti si annidano negli ordini di scuola inferiori: ben 3515 ragazzini delle medie hanno abbandonato i banchi accompagnati da 452 compagni iscritti solo alle elementari. Ci sono soluzioni? "Puntare sul ruolo sociale della scuola", dice il dirigente del Csa (l´ex provveditorato di Bari) Fabio Scrimitore. "Alimentare la passione per lo studio", suggerisce Nicola Facchini, rappresentante di Confindustria. "Obbligo scolastico assolto dopo la qualifica e non per età", è il parere di Salvano Furegon della segreteria nazionale della Cisl scuola. I discorsi si intrecciano, i numeri restano a ricordare che la grande sfida del 2010 è davvero alle porte.