Repubblica-Bari-Scuola, è guerra sui tagli la Cgil abbandona il tavolo
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Sulle superiori la trattativa si è interrotta: "Iscrizioni in aumento, assurdo licenziare"
Scuola, è guerra sui tagli la Cgil abbandona il tavolo
Sono 553 i docenti ordinari a rischio e 71 quelli di sostegno. A pagare il prezzo più alto sarà Bari. Scontro fra sindacati e direzione scolastica
ANNA GRITTANI
Il taglio delle cattedre provoca fratture anche in seno al sindacato. La Cgil scuola ha abbandonato il tavolo di concertazione "per la totale assenza di garanzie per i bimbi anticipatari nella scuola dell'infanzia e della primaria" e perché il sindacato non è disposto "a ragionare in termini di tagli, quando non c'è nessuna attenzione alla qualità della scuola pubblica". La cronaca del secondo vertice sulle decurtazioni delle cattedre in Puglia chiuso nella serata di ieri fornisce un paio di notizie di un certo peso: la prima riguarda il numero degli alunni della scuola superiore finalmente acquisiti dal sistema informatico del ministero. Sarebbero 3771 in più rispetto all'anno scorso, un numero sul quale si dovrebbe praticare, però un taglio degli organici pari a 215 docenti. Dunque 3771 alunni in più e 215 insegnanti in meno.
La seconda novità è invece la distribuzione geografica del taglio. Il capoluogo si piazza al primo posto con 149 cattedre in meno, lo segue Foggia con 127, poi Lecce con 113, infine Taranto (-97) e Brindisi (-67). "Si tratta ancora di un'ipotesi di distribuzione", dicono il direttore regionale dell'Istruzione Giuseppe Fiori e il dirigente Corrado Nappi ai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil scuola e Snals della Puglia. Vero, ma altrettanto vero e che la somma dei tagli in tutta la regione è 553. "Cifra imposta dalla finanziaria quindi dalla legge", continuano a ribadire dai vertici dell'Ufficio scolastico, e che "può essere "spalmata" con la compensazione tra i vari ordini di scuola, ad esempio togliendo lì dove c'è un maggiore decremento della popolazione scolastica per denatalità".
Per di più sul quel meno 553 ci potrebbe essere anche un piccolo ritocco. Fiori ci spera, si farà portavoce delle esigenze della scuola pugliese al Miur, ma i sindacati non ci stanno, perché si continua a tagliare per il terzo anno di seguito e perché alla fine la compensazione, osserva Andrea Misceo della Uil, "sarà solo frutto di una guerra intestina tra le province che cercheranno di accaparrarsi posti togliendoli alle altre". La Cgil scuola non vuole sentire ragioni: quest'anno si taglia per la prima volta anche sul sostegno. Volano via 71 posti in tutta la Puglia e Gianni Milici, il segretario regionale, tuona: "È un ulteriore attacco all'integrazione dei disabili". Fiori ribatte che il taglio e ben più sostenibile rispetto agli anni scorsi (744 cattedre saltarono nel 2002, e 742 nel 2003), perché la legge Moratti aggiunge 267 posti di cui 242 per l'anticipo e 25 per la lingua straniera.
Tuttavia l'aggiunta è solo per la primaria (le elementari), mentre negli altri ordini di scuola resta l'emorragia dei docenti. Gianni Milici accusa: "Per gli anticipi nella scuola dell'infanzia non esistono ancora le intese con i Comuni e con la stessa direzione scolastica. Per di più sono tante le scuole elementari che hanno accolto bambini nati oltre il 28 febbraio". Se non arriveranno le garanzie richieste, la prossima settimana la Cgil non si presenterà all'Ufficio scolastico regionale, ma farà pervenire una nota scritta con le proprie contestazioni: tagli insostenibili e mancanza di garanzie per i più piccoli.