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Repubblica/Bari: Rivolta contro il ministro Gelmini "Non siamo insegnanti di serie B"

I sindacati: qui si lavora tra emergenze e difficoltà

26/08/2008
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la Repubblica

Maddalena Gissi (Cisl): "È giunto il momento di far sentire la nostra voce" La rabbia dei docenti e il loro tam tam via mail
ILARIA FICARELLA

E´ una rivolta senza precedenti, quella che gli insegnanti pugliesi stanno preparando contro le dichiarazioni del ministro Maria Stella Gelmini a proposito della diversità di prestazioni fra professori del Nord e professori del Sud. «L´indignazione tocca ormai livelli impensabili – dice Maddalena Gissi, segretario generale della Cisl Scuola – tanto che è in corso un vero tam tam di email, messaggi, telefonate. C´è la voglia da parte degli insegnanti della nostra regione, come immagino di tutto il Mezzogiorno, di alzare la voce finalmente». A reagire, questa volta, non sono i rappresentanti istituzionali della categoria, non soltanto loro. Ma è la base: «Sono soprattutto i docenti che vivono la scuola come un impegno nei confronti dell´alunno, prima di tutto, a non voler lasciar correre questa volta», spiega Gissi.
Ed è un vero e proprio sfogo per esempio quello di Adele Dentice, insegnante della "San Nicola", scuola di Bari Vecchia. «Se le esternazioni della signora Maria Stella Gelmini fossero state precedute da una mappatura delle scuole italiane – dice – si sarebbero riscontrate le carenze strutturali delle scuole del Meridione, le responsabilità delle amministrazioni comunali e delle province, e l´altissimo numero di istituzioni scolastiche a rischio di devianza socio-culturale, elementi che inevitabilmente abbassano la qualità delle competenze acquisite. E´ un po´ come lavorare in un pronto soccorso dove bisogna prima procedere sull´urgenza».
Da Piergiuseppe Manicone, docente precario, arriva l´invito al ministro a farsi una passeggiata nelle scuole del Sud: «Bisognerebbe che questa signora – dice - venisse costretta ogni anno a cambiare sede, a ricominciare da capo con alunni e colleghi nuovi con la spada di Damocle di una riconferma che è in forse ad ogni inizio di anno scolastico. Bisognerebbe che la nostra signora, si confrontasse ogni giorno con situazioni familiari impensabili, in un contesto sociale disagiato, in periferie ghetto». Affermazioni, quelle del ministro, che per i docenti pugliesi «non stanno né in cielo né in terra». Mimmo Mileo, direttivo regionale della Flc Cgil, spiega che «se un gap esiste non è di certo legato alla qualità degli insegnanti». Semmai, dice, è un fatto economico. «Ci mancano i soldi, perché nessuno ce li ha mai dati – spiega il sindacalista – per palestre, laboratori, per mettere a norma gli edifici. Solo in Puglia il 60 per cento degli istituti non è in regola». «Ma noi finora ci siamo accontentati di non perdere il posto – dice Maddalena Gissi – e non abbiamo mai alzato la voce. Forse è arrivata l´ora di farci sentire. E non per noi e per il nostro orgoglio, ma per i nostri ragazzi, perché non si sentano alunni inferiori».


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