Repubblica/Bari: Riforma Gelmimi, presidi in rivolta "Poca chiarezza sul maestro unico"
Chiesto l´intervento chiarificatore della direzione regionale. Protestano anche i genitori: "La normativa va applicata solo alla prima classe"
FRANCESCA SAVINO
Chiedono chiarezza sul maestro unico. Si domandano cosa succederà agli organici degli istituti della provincia di Bari, temono per le supplenze e la didattica per gli alunni disabili. Lanciano l´allarme sul futuro dell´educazione musicale e, soprattutto, sugli insegnamenti alternativi alla religione cattolica: una richiesta molto diffusa fra gli alunni in quella che definiscono una "terra di frontiera" come la Puglia, ma che adesso deve fare i conti con i tagli al personale imposti dalle riforme governative. I 347 dirigenti scolastici del Barese scrivono al ministro Mariastella Gelmini: sulla base delle conferenze di servizi indette dall´ufficio scolastico provinciale, i capi di istituto hanno stilato un documento che nei prossimi giorni arriverà sulle scrivanie del ministero dell´Istruzione.
Alla vigilia della chiusura delle iscrizioni, prevista il prossimo 28 febbraio, non ci sono certezze su quello che il prossimo anno attende i ragazzi fra i banchi di scuola. L´allarme principale, al momento, riguarda le scuole primarie: l´eliminazione delle compresenze rischia di ripercuotersi su tutta l´offerta formativa anche secondo i presidi. «Ma la riforma non deve toccare le classi già avviate» si ribellano i genitori attraverso il coordinamento Sos scuola pubblica e le associazioni interne agli istituti: puntano a difendere tempo pieno, bilinguismo, servizio mensa e laboratori e hanno già pronte le diffide nel caso in cui gli istituti modifichino i piani anche nelle classi successive alle prime.
Regione e Comune di Bari sostengono la battaglia delle famiglie in difesa del tempo pieno e prolungato: dopo la disponibilità data da Palazzo di città a finanziare il servizio mensa e trasporti, ieri l´assessore regionale all´Istruzione Mimmo Lomelo si è schierato nuovamente contro la riduzione dell´offerta formativa. «Non bisogna giocare sulla difensiva: è giusto che i cittadini rendano visibile la richiesta di più ore nel tempo scuola» ha dichiarato al termine dell´assemblea con i dirigenti scolastici convocata dalla Flc Cgil nel liceo Salvemini. «Stiamo vivendo una crisi economica drammatica ed è assurdo che l´unico settore che crea esuberi e trasforma il precariato in disoccupazione sia quello della scuola, il più delicato per il futuro del Paese» ha commentato Lomelo. Per nessuna delle 926 scuole pubbliche pugliesi, comunque, è prevista la chiusura il prossimo anno. Ma i dubbi restano più numerosi delle certezze: su questa base i capi di istituto della provincia di Bari hanno riempito tre pagine di richieste e nodi problematici. Nella scuola elementare la scomparsa delle compresenze nelle classi successive alle prime potrebbe avere conseguenze sull´equilibrio di tutto l´istituto e sull´organico, con la perdita di tre o quattro insegnanti per scuola. In quella secondaria di primo grado le difficoltà maggiori arrivano dal rischio di esuberi e dall´organizzazione del tempo prolungato, dall´orario delle cattedre di lettere e dalla perdita del bilinguismo. Proprio su questo rischio, dopo il ricorso presentato al Tar da una insegnante di francese lo scorso dicembre, anche i genitori sono pronti a costituirsi come parte lesa: dalla scuola media Tommaso Fiore è partita una raccolta firme in favore dell´insegnamento di due lingue comunitarie che lunedì prossimo si trasformerà nella protesta ufficiale da depositare in tribunale, contro il mancato rispetto del patto formativo stipulato dalle famiglie al momento dell´iscrizione.