FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3788549
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Repubblica-BAri-Religione, concorso farsa colpa di leggi vergognose

Repubblica-BAri-Religione, concorso farsa colpa di leggi vergognose

PROBLEMI DELLA SCUOLA CIFRE E FRASI Sotto accusa l'ingerenza della Chiesa e i vantaggi di carriera rispetto agli altri docenti "Religione, concorso farsa colpa di leggi vergognose...

10/09/2004
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

PROBLEMI DELLA SCUOLA
CIFRE E FRASI
Sotto accusa l'ingerenza della Chiesa e i vantaggi di carriera rispetto agli altri docenti
"Religione, concorso farsa colpa di leggi vergognose"
Sindacati in rivolta dopo il "tutti promossi"
Lo Snals: sembra di essere al tempo dei Borboni, se solo si convive con un divorziato non si riceve il nulla osta
La Cgil: non è possibile che un lavoratore dell'istruzione debba rispondere a due padroni
ANNA GRITTANI


"Un lavoratore dell'istruzione non può rispondere a due padroni: lo Stato e la Chiesa". Così i sindacati della scuola commentano la prossima immissione in ruolo dei docenti di religione dopo il concorso che in Puglia si è concluso con la promozione di tutti i candidati dopo le prove scritte e orali.
In realtà il risultato pugliese ha stupito l'Italia perché la media nazionale delle bocciature corrisponde al 7 per cento per materne ed elementari e al 3 per medie e superiori, con punte che superano il 20 per cento in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Gianni Milici, segretario regionale della Flc-Cgil, spiega: "I concorsi riservati hanno un valore più che altro formale. In particolare in questo caso il concorso era una sanatoria scaturita da un accordo politico di questo governo con l'elettorato".
Partirà presto, ora, il piano delle immissioni in ruolo che, in un triennio, vedrà la stipula di contratti a tempo indeterminato per 1136 docenti su 1307 candidati idonei (123 alle materne, 372 alle elementari, 261 alle medie, 380 alle superiori). "Sono lavoratori come tutti gli altri - commenta Milici - ma le modalità del reclutamento li pongono in vantaggio rispetto ai colleghi. Perché il rischio è che vengano ridimensionati i ruoli per i precari inseriti in prima e seconda fascia, se i docenti di religione decideranno di chiedere il passaggio ad altre cattedre". La Cgil resta molto critica sul ruolo che continuerà ad assumere la Curia anche dopo le immissioni in ruolo dei docenti, visto che senza il nulla osta del vescovo i presidi non potranno stipulare contratti con gli insegnanti di religione: "Non è possibile che un lavoratore all'interno del sistema dell'istruzione debba rispondere a due padroni. Ci sono delle regole che non possono non essere osservate solo perché c'è un concordato".
Su questo punto Sandro Calabrese, della segreteria regionale dello Snals, è indignato: "Il Parlamento si dovrebbe vergognare della legge per i docenti di religione. Se proprio intendevano sistemare questi insegnanti, avrebbero dovuto avere il buon senso di svincolarli dalla Curia. Sembra di essere all'epoca dei Borboni". Proprio un'iscritta dello Snals è stata vittima del sistema. Si è vista negare il nullaosta perché conviveva con un divorziato. "E poi ? continua il sindacalista ? la legge doveva essere fatta in modo da non permettere agli insegnanti di religione di transitare ad altre classi di concorso".
Per Attilio d'Ercole, numero uno della Cisl scuola, non devono esserci discriminazioni. "Noi vogliamo che la scuola abbia meno precariato. Quindi accettiamo di buon grado l'assunzione dei docenti di religione, purché seguita dalle immissioni in ruolo degli altri insegnanti. Il concetto più importante è che la scuola non può più andare avanti con la precarizzazione del personale". Vladimiro Caliolo, segretario regionale della Uil scuola, insiste proprio su questo concetto: "Il problema non si risolve con i posti messi a disposizione dal governo né per i docenti di religione né per gli altri. La Uil chiede da tempo un piano pluriennale per il personale precario. In ogni caso riteniamo che i docenti di religione immessi in ruolo debbano dare più conto all'amministrazione che alla Curia. Non ci stupisce invece il passaggio ad altre cattedre perché questa è una prassi ormai consolidata nel mondo della scuola. Il problema è che senza un piano pluriennale siamo alle solite: la guerra tra poveri".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL